di Alessandra Pierini
«Siamo in guerra contro il coronavirus, la sfida è come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lasciano danni irreversibili». Lo scrive oggi Mario Draghi, ex presidente della Bce sulle colonne del Financial Times che dà per scontato un significativo aumento del debito pubblico. Nel dibattito locale in corso su Cronache Maceratesi, Draghi era stato chiamato in causa nei giorni scorsi anche dal presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini come uomo giusto per guidare una task force per l’economia. Nel frattempo il nome di Draghi rimbalza su tutti i tavoli politici come prossima guida al governo.
«La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato».
Draghi insiste sulla necessità di misure straordinarie: «Di fronte a circostanze non previste un cambio di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che ci troviamo ad affrontare non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile. La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 1920 sono un ammonimento». L’ex presidente parla anche di un’Europa preparata per la sfida: «L’Europa è ben equipaggiata per affrontare questo shock straordinario. Ha una struttura finanziaria capace di far confluire fondi in ogni parte dell’economia. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta rapida».
L’intervento di Draghi è stato molto apprezzato da Fabio Giulianelli, amministratore unico del Gruppo Lube, il quale nei giorni scorsi ha accusato il governo Conte di incompetenza e paventava la morte delle aziende italiane nel giro di tre mesi. Le sue parole hanno animato su Cronache Maceratesi il dibattito economico e politico. Oggi Giulianelli commenta così le parole di Draghi: «Condivido assolutamente ogni sua singola parola, e mi rispecchio molto nella sua presa di posizione, anche alla luce di quanto ho dichiarato nei giorni scorsi. Ribadisco infatti che oltre a salvaguardare la salute dei cittadini in questo momento, paragonabile in tutto e per tutto ad un vero stato di guerra, è anche obbligatorio pensare a salvare le imprese, l’economia e quindi il nostro futuro. Mario Draghi è senza dubbio la persona giusta a cui affidare il timone dell’Italia adesso, nell’immediato: non si tratta di una posizione politica ma una necessità ineludibile, dettata dal pericolosissimo evolversi degli eventi.E’ una figura italiana di grande rilievo a livello internazionale, ha dalla sua competenza tecnica in materia economica e se vogliamo anche diplomatica, associate a importanti esperienze. A mio giudizio andrebbe immediatamente messo al comando».
Apprezza le parole di Draghi il deputato maceratese del Pd Mario Morgoni: «Quello che ha detto mi pare assolutamente appropriato nel merito e autorevole nella figura che lo propone. Draghi ha un’esperienza significativa e apprezzata,dice cose che condivido e dette da lui, voce più alta in questo campo, mi trovano d’accordo». Poi un monito: «Non tiriamo troppo per la giacca Draghi, è una risorsa, cerchiamo di spenderla al momento giusto e nel modo giusto, se no rischiamo di sciupare questa figura. Il momento attuale di bufera e tempesta non è il momento giusto per mettere mano alla composizione del governo, non è il momento di litigare su chi deve stare al timone». Morgoni diffida anche la tendenza di cercare un salvatore della patria. «E’ un altro vizio italico ma ricordiamo che una rondine non fa primavera. Nessun Superman sarà in grado di risolvere i problemi». Poi l’appello alla politica: «Anche in questi giorni noto troppe speculazioni politiche, non pensiamo di coltivare i nostri difetti ch epoi qualcuno risolverà tutto. Accingiamoci tutti a un percorso di formazione, di capacità progettuale, di sottrazione all’umore quotidiano dell’opinione pubblica. Draghi può essere un ottimo allenatore per una squadra di persone che non litigano e non si danno addosso».
L’appello di Domenico Guzzini: «Siamo in una economia di guerra Al governo gli uomini migliori»
Guzzini dalla parte di Giulianelli: «La politica sappia ascoltare, dallo Stato solo un’aspirina»
Arrigoni: «Rispetto per Giulianelli» Felicetti: «Il grido di chi sa vedere oltre»
Morgoni duro su Giulianelli: «Parole imbarazzanti e scomposte»
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