La jesina Virginia Barchiesi nominata Alfiere della Repubblica Italiana. Il riconoscimento del presidente Sergio Mattarella è arrivato per l’impegno profuso nella lotta per i diritti dei bambini e dei giovani migranti. Virginia ha 17 anni e frequenta il Liceo Classico ‘Vittorio Emanuele II di Jesi. Con lei, sono stati premiati altri 24 neo Alfieri, tutti di età compresa tra i 9 e i 19 anni. Ragazzi che, come riporta il Quirinale, «si sono distinti come costruttori di comunità, attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali». Virginia ha ottenuto il riconoscimento «per l’impegno profuso in difesa dei diritti dei bambini migranti e dei giovani rifugiati. Per la ricerca e la promozione di un linguaggio che cancelli i pregiudizi e aiuti l’inclusione».
Giovane volontaria, appassionata di letteratura e lingue straniere, è responsabile del gruppo “Younicef – Young for Unicef” della regione Marche. In questi anni ha organizzato eventi di raccolta fondi e di sensibilizzazione, diffondendo con passione la missione dell’Unicef nella sua realtà territoriale. Molto intenso è stato il suo impegno sul tema dei minori stranieri non accompagnati: ha organizzato nelle scuole numerose assemblee, fino a coinvolgere duemila studenti. Virginia ha, poi, collaborato alla realizzazione di laboratori sui diritti dell’infanzia dedicati ai bambini migranti e all’insegnamento della lingua italiana per giovani rifugiati. Si è distinta nel lavoro di promozione culturale, e in particolare nella ricerca di narrazioni che eliminino tracce di odio e pregiudizio: questo lo spirito del Ted Talk dal titolo “We Want to Belong!”, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, e poi dei suoi contributi per il blog internazionale dell’Unicef “Voices of Youth” sulla guerra in Siria. Lo scorso giugno, Virginia ha preso parte all’evento TEDxYouth@Jesi “Anime Salve” tenutosi alla Fondazione Colocci. In un lungo intervento in lingua inglese, poi ripreso dal sito Unicef.it, aveva parlato del suo impegno e delle storie dei giovani migranti. La conclusione del suo messaggio: «Se vogliamo lottare contro la violenza, l’odio, il fanatismo e il terrorismo questo è ciò che dobbiamo fare: dobbiamo coinvolgere le persone, dobbiamo includerle, dobbiamo dare loro un posto al tavolo delle decisioni».
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