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La protesta di pub e locali:
luci accese per una sera
poi la consegna delle chiavi al sindaco

DOMANI la manifestazione guidata dall'hashtag #risorgiamoitalia guidata per porre l'attenzione sui ritardi delle aperture e la mancanza di aiuti per gli imprenditori del settore

Il pub Gasoline al Piano, tra i locali che parteciperanno alla manifestazione

 

Domani sera, alle 21, torneranno a riaccendersi le luci e le insegne di pub e locali, ma solo per protesta. Dalle vetrine e sui prospetti di ogni locale, sarà visibile un cartello con l’hashtag #risorgiamoitalia e la sigla Mio (Movimento Impresa Ospitalità). «Ognuno – spiegano baristi e ristoratori – manifesterà la propria protesta con foto, video messaggi e atti dimostrativi al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica verso le Regioni nella nostra causa comune». Locali dunque aperti, apparecchiati, illuminati ma vuoti. Mercoledì, invece, verranno consegnate le chiavi delle attività al sindaco, «chiedendo di rovesciarle sul tavolo del Governo». Le motivazioni sono dettate da un «secco rifiuto ad una modalità di apertura – si aggiunge – che ci consegni a fallimento sicuro». La manifestazione sarà documentata anche in diretta attraverso il gruppo Facebook – Movimento Impresa Ospitalità. Inoltre, nella mattinata di venerdì scorso si è svolta una riunione in call conference che ha coinvolto parte dei gestori di bar, ristoranti e locali delle Marche, al termine della quale è nato un folto gruppo che racchiude ormai più di cento operatori del settore. Dal confronto nato sono emersi vari spunti di riflessione e criticità legati all’emergenza Covid-19 e all’ impatto che ha avuto e che avrà sul loro lavoro, queste le nostre richieste:
«Alla luce delle prossime restrizioni che saranno obbligatorie per la riapertura dei locali pubblici nella fase 2 legata al Coronavirus – spiegano -, noi addetti del settore ristorazione delle Marche, riuniti in un unico gruppo, ci siamo rivolti agli organi amministrativi competenti comunali, regionali e statali chiedendo alcune tutele. Abbiamo chiesto infatti di intervenire direttamente sull’affitto, magari tramite un credito d’imposta ai proprietari degli immobili estesi agli affitti di ramo d’azienda; bisogna anche mantenere la Cig per i dipendenti e il sussidio Inps per le partite Iva almeno fino al 31 dicembre».

La locandina dell’evento

Si chiede poi «che ci sia un congelamento di tutte le tasse, da pagare in forma rateizzata ma dal gennaio 2021, oltre all’annullamento di tutte le tasse delle bollette per le utenze e altre imposte comunali come la Tari e la Tosap. Altra cosa che riteniamo indispensabile – proseguono – è la sospensione immediata dei mutui sulla prima casa per i titolari di partita IVA o ditta individuale e per i lavoratori dipendenti in cassa integrazione. Inoltre, si dovrebbe concedere una parte di liquidità a fondo perduto, viste le difficoltà riscontrate nell’arrivare al prestito garantito dallo Stato. Servono, infine – aggiungono -, maggiore chiarezza e fattibilità riguardo le disposizioni sulla sanificazione degli ambienti, così come sulle misure di distanziamento sociale, ai quali andranno abbinati dei contributi a fondo perduto per le spese relative agli adeguamenti per rispettare queste misure, che al momento rappresentano la nostra principale preoccupazione. Se queste istanze non dovessero essere accolte, costringendoci a rinunciare alla quasi totalità del nostro fatturato – concludono -, verremmo di fatto messi nella condizione di non riprendere le nostre attività lavorative già devastate dall’emergenza Coronavirus». Richieste, dunque, fatte per evitare il collasso e, per molte attività, anche per evitare una possibile chiusura drastica e definitiva dopo decenni di attività.
(al. big.)

Verso la ‘Fase 2’, le voci dai pub: «Attendiamo le linee guida e capire se conviene riaprire»

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