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Dalla piazza ai balconi:
la Liberazione festeggiata agli Archi
con musica, applausi e fumogeni (Video)

ANCONA - Ieri sera un momento aggregativo 'a distanza' secondo le disposizioni del lockdown con la manifestazione “Accendiamo i nostri cuori scintillanti”. Un’occasione per incrementare anche la raccolta fondi promossa dagli abitanti del rione a sostegno dell'ospedale di Torrette e della Croce Rossa

 

di Marco Benedettelli

Musica dai balconi e applausi, luce raccolta delle stelline scintillanti pirotecniche, saluti dalle finestre e pensieri scanditi al microfono, e poi applausi scroscianti, razzetti a fischio, qualche fumogeno ed emozioni.

I festeggiamenti in via Vasari, da balcone a balcone

Il quartiere Archi ha festeggiata la Liberazione con un momento di raccoglimento, ma dai balconi, come il lockdown ci chiede. La festa “Accendiamo i nostri cuori scintillanti”, questo il suo titolo, è stata anche un’occasione per incrementare la raccolta fondi attiva fra gli abitanti del rione dall’inizio della pandemia e destinata all’Ospedale di Torrette e Croce Rossa, alle prese con l’emergenza Covid.  Tutto nasce dall’associazione ArcoPolis, che dal 2019 si impegna per «la crescita delle relazioni fra i cittadini» dello storico e oggi  multietnico quartiere e che la scorsa settimana, in vista del 25 aprile, ha iniziato a distribuire i bastoncini pirotecnici in cambio di offerte, lasciate fuori di casa, di porta in porta e raccolte dai volontari bardati di mascherine. Poi la sera della Liberazione è partito il flash mob. Intorno alle 9,30, una dopo l’atra si sono accese le luci alle finestre lungo via Vasari, nel cuore degli Archi. Una cassa affacciata sulla strada ha iniziato a diffondere le note di Immagine e We Are the Champions, la gente sui balconi è uscita a salutarsi, qualche fumogeno si è acceso sulla strada diffondendo colonne di nuvole violacee mentre il presidente di ArcoPolis, Silvio Boldrini, ha letto un messaggio di solidarietà al microfono, con parole come «Il virus maledetto porta una benedizione, aumenta la distanza e ci avvicina al cuore» poi applausi e scoppi di fischioni per festeggiare.

Spiega Boldrini: «Dall’inizio della pandemia abbiamo raccolto 1200 euro per i servizi sanitari. In questo quartiere, che non è fra i più facoltosi di Ancona, la gente dà con grande generosità e senso di responsabilità. Gli Archi sono un microcosmo che non smette di stupirmi», racconta. Quello di ieri non è il primo flash mob per l’associazione. Da quando la quarantena ha rinchiuso tutti in casa, i suoi volontari si sono impegnati in varie iniziative di comunità, tutte organizzate dai balconi. «Le domeniche facciamo una tombola di quartiere col microfono dalle finestre e andiamo in diretta sulla nostra pagina Facebook. I soldi raccolti con la distribuzione delle cartelle sono destinati alla raccolta fondi», spiega Boldrini. Non solo, ogni sera l’associazione ha attivato una sorta di programmazione radio di quartiere, “a cielo aperto”. Da una cassa stereo viene diffusa musica a richiesta su  tutta via Vasari, un’azione che nasce dalla comunità e la rafforza.

«Trasmettiamo canzoni con dediche, anche per ricordare chi è scomparso. È capitato di mandare musica in memoria di persone morte per il coronavirus», spiega Silvio Boldrini. Sarà per la conformazione dei palazzi serrati fra di loro, ma agli Archi si è sempre vissuta una atmosfera molto intima, tra dirimpettai e vicini che parlano dai balconi e dalle finestre, in una trama di relazioni oggi ancor più salda, nei mesi di lockdown. Continua Boldrini: «A  maggio e giugno la nostra associazione vive le sue attività più importanti. Organizziamo il torneo di calcetto “El Rio’ ntel palo’ – memorial Pacifico Ricci”,  in un campetto che siamo riusciti a recuperare e a dedicare alla memoria del pescatore del quartiere scomparso per salvare un amico tunisino. E poi c’è la Festa De Ni’Archi, momento di musica e cibo in piazza del Crocefisso. Quest’anno la pandemia ci ha costretto a rimandare gli eventi, ma come vi ho raccontato, non ci siamo fermati. La nostra associazione ha nel consiglio direttivo 27 soci. Ci sono pescatori, adolescenti e anziani, persone di origine albanese e tunisina, attivisti della parrocchia e scout. Siamo un gruppo variegato che rispecchia il volto sfaccettato e umano del nostro rione».

 

 

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