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Covid Center, la proposta delle Sardine:
«Il Comune ceda la fiera alla Regione
in cambio di due piani all’ospedale»

CIVITANOVA - Il movimento concorda sulla scelta di concentrare i malati Covid ma esprime dubbi sulle modalità e i costi

Il Covid hospital di Civitanova

 

«Il Comune si Civitanova ceda la Fiera alla Regione per trasformarla in un centro sanitario diagnostico e far fronte così alla problematica delle liste d’attesa. Contropartita dello scambio: la Regione deve terminare i due piani dell’ospedale di Civitanova al fine di aumentare, con i macchinari che si stanno acquistando per l’emergenza, i posti di terapia intensiva di una ventina di unità: attualmente nelle Marche sono circa 170». E’ la proposta di 6000 Sardine Marche che interviene sul Progetto 100 che prevede l’allestimento del Covid Center all’interno della Fiera di Civitanova.

«Come 6000 Sardine Marche condividiamo il principio che presiede questa decisione: voler concentrare i malati Covid per lasciar lavorare in sicurezza da infezione gli ospedali regionali. Alcuni aspetti ci lasciano però perplessi, e ciò a partire dai numeri: se i costi sembrano eccessivi per intervenire su una struttura che, pure se carente, già esiste, i posti letto non risultano sufficienti a lasciare gli ospedali liberi da malati di Covid. Ancora perplessi ci trovano le questioni delle risorse professionali necessarie ad assicurare l’assistenza; della posizione logistica individuata; della gestione affidata a Bertolaso e ai Cavalieri di Malta e, non ultima, dei tempi di persistenza, ovvero quando verrà smantellato: appare irrealistica la fine di luglio riferita dal Sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica». Da queste considerazioni nasce l’ipotesi concettuale proposta: «questo grande investimento, che interessa per 5 milioni anche la Banca d’Italia, non sia fine a se stesso. Tornare a valorizzare la sanità pubblica nel territorio sarebbe una giusta ricompensa per lo sforzo chiesto ai cittadini civitanovesi. Ricompensa che si coniuga con un deciso cambio di marcia nella politica sanitaria della Regione, tanto più necessario ed evidente alla luce della crisi odierna».

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