Oltre 37mila contagi da Covid sul posto di lavoro in Italia tra la fine di febbraio e il 4 maggio: significa che più di un contagio su 6 è avvenuto per ragioni di lavoro. È quanto emerge dai dati dell’Inail e diramati dalla Cgil. Sono le donne quelle più colpite e rappresentano il 71,5% dei contagiati. Medici, infermieri, fisioterapisti, operatori socio-sanitari, operatori socio-assistenziali e personale non qualificato dei servizi sanitari sono i più colpiti dal contagio. Infatti il settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo) è quello più colpito, con i tre quarti delle denunce. Seguono altre amministrazioni pubbliche, attività di servizi alle imprese (vigilanza, pulizie, noleggio, call center, ecc.) e attività manifatturiere. «Nelle Marche – riporta il sindacato – i contagi rappresentano il 3,3% del totale nazionale, quindi si stima che finora siano stati oltre 1.200. A livello nazionale, i morti sul lavoro da Covid sono stati 129, soprattutto uomini con l’82,2% dei casi, a differenza da quanto avviene per i contagi complessivi che colpiscono maggiormente le donne. Il 38,9% dei casi mortali riguardano lavoratori e lavoratrici del settore della sanità e assistenza sociale». «Purtroppo i pericoli non sono ancora finiti e questa fase delicata va monitorata con grande scrupolo. Per questo sono fondamentali i controlli da parte delle autorità competenti: dall’ASUR all’Ispettorato del lavoro» ha detto Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche. Per la sicurezza nei luoghi di lavoro, è stato siglato un protocollo tra associazioni sindacali e governo. «Ora è fondamentale che in ogni azienda quelle misure di sicurezza vengano declinate concretamente in specifici protocolli aziendali da discutere e condividere con le organizzazioni sindacali. In queste ultime settimane si è continuato a parlare di quando riaprire tutto, ma si è discusso meno di come riaprire, garantendo quali misure e quale sicurezza. Auspichiamo che si possa tornare presto alla normalità ma proprio per questo è necessario che ognuno faccia la propria parte a partire dal sistema delle imprese affinchè in ogni luogo di lavoro vengano definite chiaramente e soprattutto adottate tutte le misure di sicurezza necessarie. Un solo passo falso ci farebbe precipitare di nuovo nell’incubo» ha affermato Daniela Barbaresi, segretario generale Cgil Marche.
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