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Covid, due decessi nelle Marche:
nessuno nella provincia di Ancona

I DATI del bollettino del Gores sono sempre più confortanti. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono state 971 le vittime dell'epidemia. Lunedì partirà l'indagine sierologia sul campione Istat

 

Nelle ultime 24 ore sono due – un 86enne di Corridonia e una 84enne di Pesaro, i pazienti positivi al coronavirus deceduti nelle Marche. Lo comunica nel consueto bollettino il Gruppo operativo per le emergenze sanitarie (Gores). Nessuno risiedeva nella Provincia di Ancona, un dato consolidato negli ultimi 4 giorni.

Uno degli interventi della Croce verde di Jesi durante l’emergenza Covid-19

I morti nella nostra regione salgono a 971 dall’inizio dell’emergenza sanitaria, 212 dei quali registrati nell’Anconetano. L’età media delle persone ricoverate negli ospedali che non ce l’hanno fatta è di 80,5 e per il 94,7 per cento dei casi con patologie pregresse, come gli ultimi due casi. Fino a ieri il tasso di contagio, l’R0, nella nostra regione era fermo alle 0.29. In pratica servivano più di tre malati per contagiarne un quarto. Oggi nelle Marche (soprattutto nella provincia di Pesaro Urbino) come in Italia (soprattutto in Lombardia) è però tornato a crescere, anche se per una lieve oscillazione, l’incremento dei contagiati.

Da lunedì prossimo Istat e Ministero della Salute che condividono la titolarità dell’indagine, faranno partire i 150mila test sulla siero-prevalenza dell’infezione da virus Sars-cov2, a campione in tutte le regioni italiane. L’obiettivo dell’indagine è capire quante persone hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus, anche in assenza di sintomi. Attraverso l’indagine si otterranno informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica. Croce Rossa Italiana, Regioni e medici di base saranno mobilitati per assicurare la corretta procedura di gestione dei prelievi e il contatto dei cittadini chiamati a partecipare all’indagine. «Le informazioni raccolte – fa sapere una nota del Ministero –  saranno essenziali per indirizzare politiche a livello nazionale o regionale e per modulare le misure di contenimento del contagio. I risultati dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati per successivi studi e per l’analisi comparata con altri Paesi europei. Per ottenere risultati più precisi, è fondamentale che le persone, inserite nel campione casuale, diano il loro contributo: partecipare non è obbligatorio ma è un bene per se stessi e per l’intera comunità».

 

 

 

 

 



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