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La stagione balneare sarà vivibile:
«Serve collaborazione, non chiedeteci
di fare gli sceriffi della spiaggia»

L’INTERVISTA - Secondo Alessandro Filippetti, presidente del consorzio Falcomar che raggruppa 27 stabilimenti di Falconara, «la troppa disinformazione ha generato incertezza e preoccupazione tra la clientela però c’è anche voglia di mare». Nonostante le regole imposte dal protocollo regionale che definisce «equilibrato» il senso di responsabilità dei bagnanti salverà le vacanze e garantirà il divertimento anche senza grandi eventi o movida

Palombina, il tratto di litorale di Falconara (foto Giusy Marinelli)

 

Possiamo già immaginarla un po’ diversa rispetto a quelle vissute in passato sulla sabbia e in riva al mare. Le parole d’ordine per la prossima estate saranno responsabilità, rispetto del social distancing  «e collaborazione» aggiunge Alessandro Filippetti, presidente del consorzio Falcomar che raggruppa 27 stabilimenti balneari, il 98% di quelli operativi sul litorale di Falconara.

Alessandro Filippetti

Per contenere la diffusione del Covid 19 non sarà solo necessario indossare la mascherina fino a quando non arriveremo sotto all’ombrellone ma si dovranno seguire alla lettera le indicazioni del protocollo della Regione Marche. Quello elaborato dall’Istituto superiore di Sanità e dal Dipartimento di medicina ed epidemiologia dell’Inail, su cui si baseranno le prossime disposizioni governative, propone anche la prenotazione obbligatoria, di registrare con una app gli utenti degli stabilimenti, oltre a disegnare la mappa delle file di ombrelloni, a disporre la chiusura delle piscine e a vietare le attività ludiche di gruppo sull’arenile. Poi ci si potrà anche abbandonare al divertimento. «C’è stata purtroppo tanta disinformazione a livello di media nazionali che ha generato disorientamento, incertezza e preoccupazione tra la clientela, prospettando gabbiotti di plexiglass e divieti vari. – osserva il presidente di Falcomar – Molti si sono auto-convinti che quest’anno andare al mare sarà impossibile, quando invece il protocollo studiato dalle Marche dopo una concertazione intelligente ha permesso di emanare un provvedimento equilibrato. La politica, stavolta, ha fatto il suo lavoro e partendo da basi scientifiche è riuscita a mediare sulle posizioni dei balneari tenendo conto di questo complicato momento storico».

Alessandro Filippetti, a Falconara riapriranno tutti gli chalet? Quanti ombrelloni in meno conterete?

«Sì, noi tutti siamo pronti a ripartire il prossimo 29 maggio. Si può ipotizzare che la prossima estate apriremo un 30% in meno di ombrelloni. Vorremmo che fosse chiara una cosa: tutta la responsabilità della gestione delle spiagge non potrà essere scaricata su di noi. Il mare è il luogo della massima socializzazione. Quest’anno a tutti verrà richiesta una buona dose di correttezza nei comportamenti e nel rispetto delle disposizioni sul distanziamento sociale. Ci dovrà essere ad esempio una sana collaborazione tra gestori e genitori per controllare i movimenti dei bambini. Le aree giochi sono consentite sull’arenile ma non possono diventare luoghi di assembramento e devono essere sanificate spesso a tutela della salute pubblica. Se questa collaborazione non ci sarà saremo costretti a chiuderle e ci dispiacerebbe perché i piccoli devono potersi divertire. Il controllo delle aree giochi come delle cabine, dove va vietato l’uso promiscuo ad eccezione dei membri dello stesso nucleo familiare, o delle docce possibilmente all’aperto, richiederà costi aggiuntivi sul personale e sui prodotti per l’igienizzazione. Va evitata promiscuità nell’uso di qualsiasi attrezzatura da spiaggia e contiamo pertanto che venga superato anche il problema della riapertura dei bagni pubblici, anche quelli da sanificare, perché non è pensabile che tutto il flusso dei turisti venga convogliato sull’attività degli stabilimenti balneari. Insomma sarà determinante anche la collaborazione delle istituzioni. Noi non possiamo metterci a fare gli sceriffi della spiaggia per garantire il corretto distanziamento sociale».

Pensate di assumere steward per tenere sotto controllo la situazione?

«No, quelli magari si potranno trovare negli stabilimenti balneari del litorale veneto, non a Falconara. E’ probabile che chi è solo a gestire il suo stabilimento quest’anno dovrà assumere per forza altro personale di supporto ma auguriamoci che vengano adottate da tutti le regole del buonsenso e del rispetto verso gli altri. Il turismo di Falconara è già a dimensione familiare. Noi lavoriamo con la clientela locale e forse il contraccolpo economico prodotto dall’emergenza sanitaria potrebbe essere meno accentuato rispetto a quello che potrebbero avvertire le località più turistiche delle Marche, con flussi di visitatori extra-regionali o addirittura internazionali. Stiamo anche aspettando di capire se il governo concederà presto gli spostamenti tra le regioni, oggi vietati, e magari un milanese potrà raggiungere la nostra regione per farsi una vacanza».

Quante persone potranno stare sotto l’ombrellone?

«Quattro al massimo secondo il protocollo regionale»

E se arriveranno famiglie numerose?

«Se si tratta di congiunti forse si potrà derogare, ma fino a un certo punto sempre per evitare assembramenti».

Anche i bar e ristoranti dovranno ridimensionarsi…

«E queste attività dovranno seguire prescrizioni ancora più stringenti degli stabilimenti balneari. I ristoranti registreranno una perdita di postazioni più consistente visto che è previsto un cliente ogni 4 mq di spazio, va definito il distanziamento fra i tavoli e un limite massimo di capienza. Per questo motivo come consorzio abbiamo chiesto di poter utilizzare aree esterne che abbiamo in concessione ma che prima non utilizzavamo per la somministrazione di cibi e bevande. Si sta lavorando anche su questo fronte. Poi abbiamo chiesto un abbattimento se non l’esclusione della Tari, del canone demaniale. Tutte proposte già portate sui tavoli sindacali aperti alle istituzioni. Potrebbe essere un’idea anche quella di chiedere al Comune una riduzione delle tariffe degli abbonamenti dei parcheggi a pagamento per invogliare i clienti a venire in spiaggia. Rendere gli stalli del tutto gratuiti potrebbe rivelarsi poco utile».

I costi degli ombrelloni aumenteranno?

«Per la legge sul libero mercato e anti-concorrenza ogni gestore decide i suoi prezzi e non può fare cartello con i colleghi nel redigere il listino. A fronte di nuove spese, credo ma è una valutazione personale, che quest’anno non ci saranno aumenti per l’affitto di ombrellone e sdraio rispetto all’anno scorso».

In sostanza come sarà l’estate 2020?

«Assolutamente vivibile e compatibile con quelle che sono le aspettative di chi sceglie il mare. Una volta garantite le distanze, evitati gli assembramenti, avviata l’organizzazione per pulizia e sanificazioni sarà tutto ordinario, un po’ come è successo quando siamo andati le prime volte al supermercato e ci siamo dovuti mettere in fila rispettando le distanze sociali. Oggi è un problema che non sentiamo già più e ci viene naturale. Certo le attrazioni serali non ci saranno, ne’ i giochi di gruppo sulla spiaggia, sarà cancellato il cartellone degli eventi e delle manifestazioni, spenta forse la movida. Quest’anno non vedremo volate nella notte le lanterne ne’ i colori dei fuochi di artificio che si specchiano sul mare. Qualcosa ci inventeremo ma speriamo almeno che bar e ristoranti possano lavorare in orario notturno anche se le spiagge saranno chiuse. C’è una grossa voglia di mare e noi balneari la stiamo percependo».

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