di Mauro Giustozzi
Una pioggia di telefonate a Regione Marche e Confartigianato degli operatori del settore per avere chiarimenti in merito alla riapertura di parrucchieri, acconciatori ed estetiste del prossimo 18 maggio. Così Confartigianato ha organizzato nel pomeriggio una affollatissima videoconferenza (che ha toccato i 250 partecipanti) dedicata agli operatori del settore Benessere, per illustrare il protocollo organizzativo ed igienico-sanitario insieme ai rappresentanti di Regione Marche, come l’assessore Manuela Bora e il dirigente Pietro Talarico, ed Asur con la dottoressa Sonia Fontana.
Una delle notizie più importanti per la categoria l’ha data in apertura di videoconferenza la stessa assessora Bora. «Spese e costi per l’uso dei dispositivi di protezione – ha detto l’esponente della Regione- non debbono essere sborsati dai titolari o messe a carico dei clienti finali ma potranno essere coperti tramite la partecipazione ad un bando regionale che stiamo predisponendo che consentirà un rimborso a fondo perduto di queste spese che vanno dall’uso dei dispositivi di protezione sino all’autoclave. Ci tengo a ricordare questo passaggio che è molto importante in questo momento di riapertura delle attività. Per quanto riguarda il protocollo che abbiamo stilato lo abbiamo fatto grazie alla collaborazione delle associazioni Confartigianato e Cna e con l’Ufficio igiene dell’Asur. Siamo così giunti ad individuare la data del 18 maggio come quella possibile per riaprire le attività del benessere: c’è un problema che è legato alle linee guida Inail che arriveranno non prima di venerdì, ma saranno crediamo elementi marginali che non incideranno più di tanto nel protocollo stilato».
Il presidente regionale degli acconciatori di Confartigianato, Rossano Trobbiani, ha detto che «finalmente questa riapertura stroncherà la piaga dell’abusivismo che purtroppo si è segnalata in questa fase di chiusura. La ripartenza non sarà semplice ma ce la stiamo mettendo tutta per farlo nella massima sicurezza sia degli operatori che dei nostri clienti». Ad introdurre l’incontro sono stati Pacifico Berrè e Renzo Leonori: quest’ultimo, presidente di Confartigianato Macerata, Ascoli e Fermo, ha ringraziato la Regione Marche «per aver anticipato l’apertura di questo settore prendendosi quella responsabilità che il governo non ha voluto. Nei confronti di imprese chiuse da due mesi e che, in molti casi, non sono state sorrette economicamente con aiuti dallo Stato».
Il dirigente della Regione, Pietro Talarico, ha ricordato a grandi linee quelle che sono i passaggi previsti nel protocollo di sicurezza stilato in queste settimane. «E’ stata un’esperienza inedita per noi –ha detto Talarico- essendo la prima volta che stiliamo un documento del genere. Ci siamo attenuti all’allegato 6 del Dpcm del 26 aprile scorso. Quindi distanza interpersonale, mascherina, guanti e tute monouso, plexiglass tra le postazioni o distanza di almeno un metro. Importante è che le fasi di lavorazioni siano sempre fatte da un solo operatore: sia nella fase di lavaggio che in quelle successive. Non ci possono essere più persone a mettere le mani sulla testa del cliente. Importante è pure l’uso di mascherine senza filtro per operatori e clienti: la pulizia dei condizionatori può essere fatta dagli stessi titolari con materiali adatti e lo stesso la sanificazione, oppure la si può affidare ad aziende specializzate. Ove possibile è necessario separazione tra postazioni di lavoro e anche per la cassa. Altro aspetto non secondario è l’uso di sovrascarpe monouso per l’operatore come dei camici sempre monouso sia per l’operatore che per il cliente».
Dal canto suo Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato del settore Benessere, ha ricordato quelle che sono le richieste che più spesso vengono rivolte all’associazione dai titolari delle imprese. «In particolare la delimitazione degli spazi –ha detto – soprattutto in locali senza suddivisione in cabine. Negli open space è importante creare dei box di lavoro magari tracciandoli a terra con strisce di scotch: problema minore nei negozi piccoli di acconciatori dove si entra un solo cliente alla volta. Va detto che chi non può o vuol usare materiali monouso può comunque lavare ad alte temperature asciugamani e tessuti utilizzati nel lavoro. La distanza interpersonale per un’estetista nel fare un lavoro sul viso della cliente non può esserci. In questo caso oltre all’uso della mascherina bisogna indossare anche gli occhiali». Su questo aspetto si è soffermata anche Sonia Fontana dell’Asur Marche. «E’ chiaro che la cliente che fa un trattamento viso non può indossare la mascherina – ha ribadito la Fontana – ma l’estetista in questo caso dovrà indossare una mascherina diversa, non chirurgica ma del tipo Ffp2 o Ffp3 senza valvola per effettuare il trattamento. Molto importante è la pulizia dei locali e soprattutto una costante aereazione. Poi usare sempre i guanti e lavarsi spesso le mani o usare igienizzanti al gel. Per quanto riguarda i dipendenti e l’accesso agli spogliatoi dovranno essere contingentati ed è vietato l’assembramento al pari di quello che non deve accadere nel negozio con i clienti».
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