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Confartigianato: «Così si riapre in sicurezza:
termoscanner per i dipendenti,
meglio separare ingressi e uscite»

VIDEOCONFERENZA con diversi addetti del settore in vista del 18 maggio. Dubbi sulle distanze dei tavoli: la Regione parla di un metro, l'Inail di due metri

 

La videoconferenza di Confartigianato

 

di Mauro Giustozzi

Separazione degli accessi di entrata e di uscita quando possibile, sistemi di prenotazione unicamente telefonica e digitale, dispenser con gel disinfettanti agli ingressi dei locali per pulizia mani, non è disponibile l’uso del guardaroba, gel sanificante nei bagni. Confartigianato ha organizzato un incontro online dedicato agli operatori del settore ristorazione e pubblico esercizio in vista della imminente riapertura che è ufficiosamente fissata dalla Regione Marche al 18 maggio ma che dovrà avere la conferma statale nelle prossime ore. Una videoconferenza che ha visto una folta partecipazione, 170 operatori del settore, che ha dipanato quelle che sono le regole che si dovranno adottare per andare in bar e ristoranti: tra le richieste di chiarimento in particolare quella legata alla discrepanza che esiste tra il protocollo redatto dalla Regione Marche e quello dell’Inail sulla distanza da tenere tra tavoli.

Nel caso del provvedimento adottato dal governatore Ceriscioli si tratta di 1 metro di distanza mentre la bozza Inail dispone 2 di metri. Un fattore non indifferente che incide poi sulla quantità di avventori che possono entrare assieme nei locali. Così come i gestori possono individuare coloro i quali si presentano nel ristorante e dichiarano di essere conviventi: di fatto non c’è una regola precisa, anche per coloro che si presentano in coppia dichiarando di essere marito e moglie o conviventi. Difficile per il titolare averne la certezza e la stessa autocertificazione che potrebbe essere richiesta agli avventori risulta un passaggio che potrebbe essere sgradito ai clienti. A relazionare su quelli che sono i passaggi più importanti è stato soprattutto Daniele Antonini della Confartigianato Macerata-Fermo e Ascoli. Un protocollo che individua nei lavoratori, nei clienti e nei fornitori le figure da attenzionare per ristoratori e pubblici esercizi. «Nei confronti del personale bisogna innanzitutto effettuare formazione e informazione –ha sottolineato l’esperto dell’associazione degli artigiani – sul corretto utilizzo di mascherine, guanti, dpi. Il protocollo stilato dalla Regione Marche va poi adattato a seconda della conformazione del locale. Consiglio che questa fase sia anche verbalizzata dai proprietari. Per quanto riguarda invece i clienti il consiglio primario è quello di affiggere apposita cartellonistica: non possono entrare clienti che abbiano 37,5 di temperatura, il cliente non deve formare assembramenti e quando ha tosse o starnutisce deve coprirsi il volto.

Daniele Antonini

L’ingresso nel locale deve essere regolato con orari differenti tra dipendenti, clienti e fornitori. Il lavoratore deve sempre indossare la mascherina, il cliente solo in parte mentre il fornitore può anche non accedere nel pubblico esercizio. Dispenser ed igienizzanti obbligatori all’ingresso del locale. Per quanto riguarda i lavoratori obbligatoria la misurazione della temperatura con termoscanner e lo stesso dipendente dovrà avere un tesserino di riconoscimento ben visibile. I fornitori è consigliato che lascino la merce all’esterno  del locale o mantengano almeno il metro di distanza nelle consegne». Importante la parte che riguarda invece il cliente che usufruisce della ristorazione e che dovrà essere seguito in ogni momento dopo il suo accesso nel pubblico esercizio. «E’ chiaro che sarebbe meglio che ci sia ingresso e uscita separato –sottolinea Antonini- poi determinante è la distanza da mantenere: per la Regione Marche 1 metro tra sedute, tavoli e persone. Ciò potrà permettere il calcolo di quanti clienti assieme possono stare nel locale. Cliente che dovrà essere accompagnato al tavolo dal dipendente mantenendo la distanza di 1 metro o in alternativa con l’uso della mascherina. Al tavolo il servizio dovrà essere fatto sempre dallo stesso addetto mentre sono consentite barriere in plexiglass se non c’è la distanza di un metro tra gli avventori. Cosa superabile solo in caso che si tratti di persone conviventi. Si consiglia anche l’uso di barriere di plexiglass nelle zone del registratore di cassa, è consigliato il pagamento digitale, non potrà essere usato il guardaroba e sono vietati gli assembramenti in prossimità dei servizi igienici». Altro aspetto importantissimo è quello della pulizia e sanificazione degli ambienti che ospitano ristoranti, trattorie, bar e pub.

«Per la pulizia e disinfezione  possono essere usati –ha ribadito il responsabile della sicurezza di Confartigianato- prodotti detergenti e igienizzanti per la pulizia e disinfettanti e presidi medici per la disinfezione. In quest’ultimo caso a base di sodio ed etanolo che sono gli agenti capaci di eliminare il virus. La sequenza della pulizia è giornaliera o comunque ad ogni fine turno. Pulizia ed igienizzazione deve essere fatta ogni cambio di cliente: determinante l’igiene delle mani che dovrà essere indicata con cartellonistica precisa nei bagni e negli spogliatoi dei lavoratori. Chi dovrà pulire i servizi igienici dovrà portare sempre mascherina, guanti, occhiali e tute monouso un kit che potrà essere usato anche per la pulizia degli ambienti. E’ chiaro che il consiglio che si può dare agli esercenti è quello di avere orari più lunghi di apertura e di effettuare rotazione orarie dei lavoratori». Per quanto riguarda i bar, coloro che consumeranno al bancone dovranno mantenere la distanza di 1 metro e dovrà essere indicato lo spazio-box con apposita segnaletica e non potranno soffermarsi a lungo una volta conclusa la consumazione. Alla videoconferenza hanno preso parte anche il responsabile di Confartigianato Riccardo Golota e il presidente dell’associazione Renzo Leonori. «Un grazie alla Regione Marche –ha detto il presidente di Confartigianato- che con questa riapertura anticipata che dovrebbe consentire di riaprire il 18 maggio è venuta incontro alle esigenze di ristoranti e pubblici esercizi che sono chiusi da oltre due mesi al contrario di quello che non ha fatto il governo che, dopo non aver sostenuto economicamente le attività artigianali, avrebbe voluto la riapertura di questi locali a giugno. L’enogastronomia maceratese è una delle eccellenze che deve tornare ad essere fruita: con delle regole che vadano nel pieno rispetto della sicurezza di lavoratori e clienti».

 

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