di Luca Patrassi
Due i pazienti attualmente ricoverati al Covid Hospital di Civitanova, uno dei quali dovrebbe essere dimesso nella giornata di oggi. La previsione è che entro sabato la struttura possa non avere più degenti, a meno che non ne arrivino dagli altri ospedali della regione, ipotesi che appare remota stante l’insurrezione dei medici e l’annuncio di esposti dei sindacati che sembrano aver “convinto” l’Asur regionale a lasciare dove sono i pazienti degli ospedali non maceratesi. Dunque tra due o tre giorni il Covid Hospital potrebbe chiudere i battenti della fase di emergenza ed attendere l’eventuale, non auspicabile, seconda ondata di contagi.
L’investimento era stato sostenuto fin dall’inizio dalla giunta regionale a guida Ceriscioli e dal sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica che ha messo a disposizione i locali della fiera. Aveva avuto modo di osservare il direttore dell’Area vasta 3 Alessandro Maccioni il giorno dell’apertura del Covid Hospital: «Il piano pandemico della Regione Marche stilato nel 2006 prevedeva nel territorio la disponibilità di trecento posti letto di Rianimazione: ci arriviamo oggi con la struttura di Civitanova. Quanto al resto osservo che i dipendenti pubblici vengono remunerati per fare questo mestiere e seguire le strategie indicate dal datore di lavoro che sono Regione Marche ed Asur. Ritorno o meno della pandemia, resta che questo di Civitanova è un investimento fatto in termini di prevenzione».
Dunque il nuovo ospedale regione dedicato al Covid per ora ha “parlato” solo maceratese, nel senso che i pazienti sono arrivati tutti dall’ospedale di Camerino e gli operatori sanitari sono tutti dipendenti dell’Area vasta 3 dell’Asur. Nessun contributo esterno, almeno per ora. L’Av3, guidata da Alessandro Maccioni, avanza con il cronoprogramma per far ritornare alle attività normali le strutture ospedaliere fino a pochi giorni fa impegnate con il Covid 19. Quanto a Civitanova, ritorno o meno della pandemia, è verosimile si possa aprire a breve la discussione sul futuro della struttura, se cioè resterà una struttura di rianimazione o prenderà altre strade specialistiche, sempre ammesso che rimanga.
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