E’ tornato in superficie intorno alle 21,20 di ieri sera lo speleogolo di Pollenza Alessandro Cegna. Bloccato da domenica a 200 metri di profondità a causa di un infortunio al ginocchio, in serata è stato raggiunto dagli uomini del Soccorso alpino.
Una operazione che è durata molte ore per far uscire il 41enne pollentino dall’Abisso dei Giganti a Sormano, sulle montagne di Como. Partiti in sei, tre compagni erano tornati in superficie domenica, un altro, Fabio Bollini, di San Marino, li ha raggiunti ieri mentre la sua fidanzata è rimasta con il 41enne pollentino per attendere i soccorsi. La ragazza oggi pomeriggio è stata raggiunta ed è uscita con i tecnici del Soccorso alpino. Più complicato portare fuori Cegna visto l’infortunio. Di solito il tempo per uscire da una grotta come quella in cui si trovava Cegna è di circa 15 metri in un’ora – secondo una stima del Soccorso alpino -, questo in condizioni normali. Con una gamba ferita i tempi si allungano notevolmente e per questo è occorso molto tempo prima che Cegna fosse portato fuori dalla grotta.
Per iniziare le operazioni di recupero i soccorritori hanno dovuto attendere che la pioggia diminuisse. Lo speleologo aveva dolore a un ginocchio ma era in buone condizioni, si è mostrato molto collaborativo e non è mai stato necessario l’uso della barella. In tutta la fase di risalita, l’uomo è stato supportato e aiutato dai tecnici del soccorso speleologico e dal personale sanitario del Cnsas. Oltre ai tecnici della IX Delegazione speleologica lombarda, c’erano anche quelli della parte alpina del Triangolo Lariano, per assistere l’infortunato dall’uscita della grotta fino all’ambulanza, nel tratto di bosco all’esterno. Cegna, 41 anni, presidente del Tiro a segno di Macerata e dipendente del Cosmari, era sceso venerdì fino a 350 metri nel cuore della montagna, fra grotte e cunicoli del sistema carsico sotto il Pian del Tivano, in compagnia di alcuni componenti dello Speleo club, con Bollini e la di lui fidanzata. Dopo aver accusato il problema al ginocchio, i compagni di spedizione lo hanno aiutato a tornare al campo base, ad oltre 200 metri di profondità. Il gruppo poi si è diviso, con tre componenti che sono risaliti domenica sera, mentre l’amico di San Marino è tornato ieri mattina lasciando la fidanzata con lo speleologo pollentino. Ad occuparsi dei soccorsi i vigili del fuoco del gruppo Speleo alpino fluviale, il Soccorso alpino e dei carabinieri.
(redazione CM)
Speleologo bloccato in una grotta a oltre 200 metri di profondità
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati