di Giampaolo Milzi
Esposto alla procura di Ancona per il Covid Center di Civitanova. A presentarla alcuni esponenti di Potere al popolo. Sull’astronave di Bertolaso, che il 4 giugno è andata in stand by dopo solo 8 giorni di servizio effettivo, gli esponenti lamentano «mancanza di trasparenza» e parlano di «punti oscuri». Queste le parole chiave utilizzate dai quattro del movimento politico che dopo aver depositato l’atto di denuncia a Palazzo di Giustizia hanno dato vita ad una estemporanea conferenza stampa all’ingresso dell’edificio. «Chiediamo chiarezza sui troppi buchi neri che hanno caratterizzato la vicenda del Covid Hospital e denunciamo la mancanza di trasparenza istituzionale che l’ha contraddistinta» dice Claudio Paolinelli. Nel mirino, in particolare, il governatore delle Marche Luca Ceriscioli, “colpevole” di aver fortissimamente sostenuto la realizzazione della struttura, “complice” Guido Bertolaso, ex capo della Protezione civile, che ne ha ideato in gran parte il progetto. Questo nonostante nel frattempo contro il progetto si fossero sollevate per giorni fortissime critiche «sulla base di dati incontrovertibili legati a parametri medici, economici, logistici e di trasparenza» si legge nell’esposto. E ancora: l’ente Regione che, fallito il tentativo di reclutare personale volontario, precetta medici ed infermieri da tutte le Aree Vaste delle Marche da impegnare su tre turni giornalieri per consentire l’inaugurazione del Covid Hospital il 12 maggio, che poi in realtà apre il 28, ricoverando solo 3 pazienti trasferiti dall’ospedale di Camerino, e chiude il 4 di questo mese per assenza di degenti. Insomma, dice Potere al popolo, «una struttura inutile, con lo spreco di un mucchio di denaro. Sbagliata la scelta della Giunta regionale di investire i fondi su di essa anziché finanziare l’ampliamento di altri ospedali in grave crisi operativa e strumentale per la pandemia o di riattivarne alcuni dei tanti chiusi e di costituire e potenziare unità sanitarie per lo screening sull’infezione a livello domiciliare».
Particolarmente approfondito, nell’esposto, il punto che riguarda i finanziamenti, e il “caso” che ha visto protagonista l’avvocato Paolo Tanoni, nominato coordinatore per la raccolta di fondi privati funzionali alla realizzazione dell’opera, valutati in circa 12 milioni di euro, a pochi giorni dal 23 marzo, giorno dell’arrivo sul posto di Bertolaso su incarico di Ceriscioli. La gestione organizzativa ed economica viene affidata all’Ordine dei Cavalieri di Malta (Cisom), sul cui conto corrente i donatori (privati e aziende) devono versare le somme. Per un nosocomio interamente dedicato a pazienti Covid, per cui è prevista una dotazione di 100 posti di terapia intensiva, poi ridotti a 80. Cinque milioni arriveranno dalla Banca d’Italia.
Ma la Regione Marche ha dovuto stanziare altre ingenti somme perché l’avveniristica “astronave” potesse accendere i motori: 4 milioni per le utenze e la gestione. Di più: altri 2 per lo smantellamento della struttura. Colpo di scena il 3 aprile, quando l’avvocato Tanoni si dimette dal ruolo di coordinatore per la raccolta fondi «in quanto ha forti dubbi sul progetto Bertolaso» si legge nell’esposto, puntando l’indice su un dato: sono già disponibili ben 80 apparecchi per la respirazione assistita (ciascuno vale 20mila euro) e i letti da destinare alla terapia intensiva sarebbero in sovrannumero, oltre 100.
«In quella fase in cui tanti ospedali marchigiani si trovavano in forte emergenza proprio perché con gravi problemi per fronteggiare i tanti casi di terapia intensiva come mai quegli 80 respiratori non sono stati concessi a loro? – ha chiesto stamattina Paolinelli -. Tanoni inoltre, aveva sollevato perplessità circa i metodi di reclutamento del personale specializzato per la “astronave” civitanovese. Dubbi e perplessità tutti espressi in una lunga intervista rilasciata da Tanoni a Radioerre.it. Proprio riferendosi a quella intervista, nell’esposto si ribadisce la domanda: perché la Regione Marche, in una fase in cui la rete sanitaria e gli ospedali del territorio in grave difficoltà chiedevano con forza interventi per potenziare la capienza dei reparti di terapia intensiva, non ha distribuito quei ventilatori polmonari nella disponibilità del Cisom il 3 aprile ai citati ospedali pubblici?». Infine, sempre nell’esposto, lo stanziamento della Banca d’Italia, che in tutte le regioni d’Italia è servito per il rafforzamento della sanità pubblica mentre la Regione Marche lo ha dirottato per il “provvisorio e intempestivo” Covid Hospital di Civitanova. «Alla luce di tutta la vicenda, ricostruita nell’esposto da me redatto dettagliatamente – ha detto l’avvocato Francesco Rubini davanti a Palazzo di Giustizia – chiediamo che gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili di reato in capo a soggetti responsabili». «Non è compito nostro, ma della procura indagare dal punto di vista penale sul comportamento in questa vicenda della Amministrazione regionale di Ceriscioli e dei soggetti che con essa hanno collaborato».
Sul Covid center di Civitanova è già stato presentato un altro esposto da parte, tra gli altri, dell’ex presidente del Consiglio comunale, Ivo Costamagna, e da Amedeo Regini di Cittàverde. Sono assistiti da un pool di legali che, tra le altre cose, sottolineano nel loro esposto come non si possa parlare di fondi privati per la realizzazione del Covid center ma che quelli usati dalla Regione sono di fatto fondi pubblici.
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