È il ministero dell’Economia a stoppare l’ipotesi del rinvio del pagamento delle tasse al 16 ottobre richiesto dalle associazioni di categoria. L’imbuto dei pagamenti fiscali si restringerà domani dopo che l’emergenza Covid aveva fatto slittare le scadenze dei mesi scorsi. Duro l’intervento della Cna a questo proposito: «Se la situazione è migliorata dal punto di vista sanitario, altrettanto non si può certo dire per l’economia dove molte imprese stanno ancora combattendo contro una crisi mai vista prima. Il mese di luglio è già di per sé un mese carico di adempimenti che, sommati ai pregressi, fa sì che negli ultimi 15 giorni di questo mese saranno ben 246 le scadenze a cui adempiere. Decisamente troppe in così pochi giorni per così tante imprese (4,5 milioni in tutta Italia, poco meno di 30.000 nella nostra provincia)». Domani, 20 luglio, sarà il giorno clou con una particolare concentrazione di adempimenti per gli imprenditori: ci sono le imposte e i contributi previdenziali e assistenziali per titolari di partita iva e per i soci di società, il diritto annuale alla Camera di Commercio, l’imposta di bollo sulle fatture elettroniche. Altre scadenze, originariamente previste il 30 giugno, arriveranno invece tra appena una settimana, il 27 e il 30 luglio. Si finirà poi il 31: Iva e imposte su operazioni estere. Un flusso di tributi di circa 8,4 miliardi di euro «tolti alle imprese – denuncia Cna – in un periodo di massima difficoltà che si poteva/doveva evitare. Il fitto calendario fiscale prevede poi una breve tregua per il mese di agosto ma a settembre è già tempo di versare i contributi precedentemente sospesi per il Covid-19: le imposte ed i contributi dovuti per la dichiarazione fiscale, le imposte ed i contributi mensili, l’iva mensile». Il mese della vendemmia si concluderà quindi con il pagamento delle somme iscritte a ruolo, sospese fino ad agosto 2020, e con la presentazione dei modelli 730. Cna chiede «maggiore coerenza nelle decisioni politiche e un progetto industriale serio senza queste incongruenze che potrebbero risultare fatali per molti, troppi, imprenditori. La soluzione di accettare la maggiorazione dello 0,4% e di differire il pagamento sembra sia la sola possibile per gran parte delle imprese in difficoltà».
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