Un reparto di Pediatria efficiente, lavoro e infrastrutture viarie al primo posto. E’ la ricetta che propone Matteo Savini per Fabriano nella prospettiva delle elezioni regionali di settembre. Il leader della Lega ha concluso stamattina proprio nella città della carta, dove ha inaugurato la nuova sede del suo partito, il suo tour elettorale nelle Marche partito ieri.
«In questa regione, più che un voto sulle promesse e sul futuro il voto di settembre va dato su quello che è stato il passato» ha rimarcato.«Mancano 44 giorni di promesse, miracoli non ne promettiamo, però tagliare un po’ di burocrazia e chiarire che non ci siano marchigiani di seria A o B è possibile: portare un po’ di Fabriano in regione perché non è che voi pagate meno tasse di quelli di Pesaro. A Macerata abbiamo visto una piazza piena di ragazze e ragazzi ed è stato bellissimo. Facciamo poche promesse alle Marche perché si deve lavorare per 5 anni, su sanità, contributi alle aziende, taglio della burocrazia e poi sulle infrastrutture. Mi chiedo dove fosse l’assessore ai trasporti mentre la vostra regione restava ferma e poi Fabriano, se volete la salvate voi. Il futuro dei vostri figli lo salvate voi. Se tirate fuori l’orgoglio marchigiano il 21 settembre si cambia aria e poi io mi occupo di mandare a casa Renzi e Conte».
Calandosi nella realtà locale, Salvini che era accompagnato dal commissario Marchetti, ha quindi bacchettato i tagli alla sanità che in città si sono sostanziati nella chiusura del reparto di Ostetricia e nel ridimensionamento di quello di Pediatria dell’ospedale Profili. In caso di necessità i piccoli pazienti sono costretti a rivolgersi ai presidi sanitari di Jesi o di Branca, in Umbria. «Qua non è possibile non avere una pediatria degna di questo nome, costringendo le mamme e ragazzi a farsi chilometri e chilometri. Se tagli sulla salute dei ragazzi, è finita. – ha tuonato Salvini – E questo vale anche per la scuola». Argomento che gli ha permesso di lanciare nuove bordate alla ministra Azzolina. Altro tema scottante, quello della crisi economica e dell’occupazione che soffoca il distretto industriale fabrianese. «La regione può dare sostegno alle imprese. A Fabriano c’è un problema di lavoro grosso come una casa, miracoli non se ne fanno ma la regione può fare qualcosa. Conosciamo tutti il caso della Whirlpool, delle cartiere. Mattoncino per mattoncino si è smontato quello che hanno costruito i nonni e i bisnonni – ha ricordato Salvini – Noi della Lega ad ogni provvedimento economico del governo presentiamo un emendamento. Gli aiuti devono andare solo alle aziende italiane».
Nel comizio l’ex ministro del governo giallo-verde non ha lesinato accuse alle strategie della giunta Ceriscioli connesse sul settore dell’agricoltura. «La vostra regione occupa il 20esimo nella classifica dei contributi alle aziende agricole invece l’agrocoltura va messa al centro. Ma non c’è da meravigliarsi: Ceriscioli si è già auto-mandato a casa da solo, le regione Marche delle 6 al voto a settembre è l’unica dove Ceriscioli viene mandato a casa dai suoi, non l’hanno ricandidato, per dire come sono orgogliosi del lavoro». Prima dei saluti, altri passaggi sono stati dedicati a uno dei cavalli di battaglia della propaganda salviniana, la Legge Fornero-quota 100 e l’immigrazione. La visita mattutina al centro Papa Giovanni XXIII di Fabriano («che salva tante donne dalla strada e dal traffico di essere umani») oltre a ritardare il suo arrivo in piazza gli ha offerto lo spunto per ricordare le politiche della Lega sui migranti e il processo del prossimo 3 ottobre che lo vedrà protagonista in tribunale a Catania per la vicenda ‘Open Arms’. «Se mi costerà il carcere mi manderete due arance e qualche salame (di Fabriano ndr)!» ha chiosato. Prima di scendere dal palco la candidata di Fabriano al consiglio regionale, l’avvocato Chiara Biondi, ha consegnato al ledare leghista una targa ricordo e una confezione di birra artigianale ‘IBee’ made in Fabriano. «Però poi dicono che vado in spiaggia a bere birra…» ha scherzato tra gli applausi Matteo Salvini aprendo subito dopo ai selfie.
Redazione CA
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