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Salvini a Jesi, cori e proteste
«Poi vediamo chi fischietta domenica»

MARCHE 2020 - Prima dell'arrivo in piazza della Repubblica e dell'accoglienza dei fan, il leader del Carroccio è stato contestato da manifestanti dei centri sociali che hanno presidiato corso Matteotti. Dal palco ha caricato i suoi: «Ragazzi noi abbiamo già vinto. L'avversario non sono la sinistra o quei poveretti là, sono i marchigiani indecisi e delusi che per protesta non andranno a votare»

Salvini in piazza della Repubblica

 

Matteo Salvini è arrivato a Jesi, in una piazza della Repubblica gremita di sostenitori intorno alle 17 tra le contestazioni dei centri sociali, molti dei quali rappresentati dallo Spazio Comune Tnt.

I centro sociali in protesta a Jesi

I manifestanti, contenuti da un cordone di forze dell’ordine in tenuta anti sommossa, hanno  fischiato, gridato slogan e cantato ‘Bella Ciao’ protestato contro «la politica dell’odio, della discriminazione e dall’attacco ai più deboli portata avanti dalla Lega. Chi la vive però sa che Jesi, al contrario, è città inclusiva e accogliente, antifascista, antirazzista e antisessista, in cui c’è spazio per tutti ma non per chi è contrario a questi valori». Alla contestazione non hanno partecipato gli anarchici e varie associazioni di sinistra e antifasciste, tra cui Anpi e Arci. «Non ci saremo – avevano fatto sapere in mattinata – ma siamo comunque nella Resistenza a Jesi, città antifascista e dai chiari valori democratici. Non ci saremo perché non siamo della Lega, siamo antifascisti. Non siamo abituati a farci dettare l’agenda politica da chi ci è avversario».

Dal canto suo, il leader della Lega, una volta salito sul palco non si è scomposto più di tanto: «Mentre qualcuno fischietta, ma lasciateli  pure fischiettare, poi vediamo chi fischietta domenica sera. Conto che possiate festeggiare a Jesi San Settimio con un bel cambiamento atteso da 50 anni nelle Marche». Nel comizio durato poco meno di mezz’ora, prima di aprire la parentesi dei selfie con i supporter, Salvini ha chiesto ai presenti di dare una mano per permettere «un cambiamento onesto e pulito. Ragazzi noi abbiamo già vinto – ha ribadito dopo quanto detto poco prima a Pollenza – L’avversario non sono la sinistra o quei poveretti là, sono i marchigiani indecisi e delusi che per protesta non andranno a votare. A loro dovete rivolgervi. Il treno del cambiamento per la prima volta dopo 50 anni passerà da Jesi il 20 e 21 settembre».

Poi ha ricordato «i troppi ospedali che la sinistra ha chiuso in questi anni nelle Marche. A sinistra gli unici elementi che hanno sono fischietti, rabbia: occhio che se votate la Lega a Jesi arrivano i marziani. – ha scherzato – Sono un po’ fermi, indietro. Per la scuola datemi una mano a mandare a casa l’Azzolina, perché noi vogliamo una scuola che non dimentica nessuno». L’ex ministro ha quindi lanciato i suoi cavalli di battaglia: lavoro e pensioni. «Nella Marche incontro molti operai e agricoltori, ma sto’ giro voteranno Lega, – ha rimarcato-perché il Pd ha chiuso gli operai nella gabbia delle legge Fornero ed è la Lega quella che li ha liberati – ha detto- Il diritto al lavoro non è né di destra né di sinistra. Se il Pd conta di portare in Parlamento il ritorno alla Legge Fornero faremo le barricate. E sapete perché anche questa piazza ci dice che stiamo per vincere? Perché in giro per l’Italia noi portiamo le nostre idee, la sinistra porta in piazza solo i fischietti. Vi garantisco che nelle Marche voglio mandare in regione persone competenti e mettere al centro il merito, mancano 6 giorni lascio a voi in mano la vostra Jesi e le Marche, e poi saranno 5 anni di lavoro, fatica e impegno». Inevitabili prima dei saluti i rimandi al buon cibo marchigiano e al processo che il 3 ottobre vedrà Salvini in tribunale per il caso Open Arms.

(Redazione CA)

 

 

Piazza della Repubblica gremita di supporter di Matteo Salvini

(foto Spazio Comune Tnt)

(foto Spazio Comune Tnt)

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