«L’attività di cerca e raccolta dei tartufi, laddove rappresenta attività lavorativa, è consentita, nel rispetto delle norme sanitarie di prevenzione del contagio, anche al di fuori del proprio Comune di residenza, domicilio o abitazione». A specificarlo Mirco Carloni, vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura. Il dubbio era nato con l’ingresso delle Marche in zona arancione.
La condizione per poterlo fare, prosegue Carloni, è che «il raccoglitore abbia sempre con sé il tesserino di abilitazione alla cerca e raccolta in corso di validità; copia della ricevuta del versamento della tassa regionale dell’anno in corso; copia dell’attestazione del versamento per sostituto di imposta del modello F24 se non titolare di partita Iva specifica. La raccolta amatoriale o hobbistica dei tartufi nonché quella dei funghi può essere invece effettuata esclusivamente nel Comune di residenza».
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