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Loreto, città mariana internazionale:
«Noi lasciati senza risorse dal governo»

COVID - La mozione del consigliere comunale Michele Marchiani rilanciata a livello nazionale dal sindaco Moreno Pieroni per chiedere contributi a fondo perduto per le attività economiche dei centri storici delle 'capitali' spirituali italiane di piccole dimensioni, escluse dai provvedimenti di sostegno dell'esecutivo

Moreno Pieroni

 

 

I Comuni italiani medi e piccoli ma centri di culto a livello nazionale ed internazionale rappresentano per il Paese un valore aggiunto assoluto che andrebbe tutelato e valorizzato, soprattutto in momenti di reale emergenza economica: l’atteggiamento del Governo, tuttavia, secondo il sindaco di Loreto Moreno Pieroni, non si è dimostrato particolarmente sensibile a queste realtà, e alle relative attività economiche, rimaste escluse dai periodici provvedimenti di sostegno emanati in questi mesi. Una mancanza ritenuta grave dal sindaco della città mariana che stamattina, nel corso di una conferenza stampa, ha presentato una specifica mozione, firmata dal capogruppo di ‘Loreto nel cuore’, Michele Marchiani, dove si chiede formalmente all’esecutivo nazionale, nelle persone del presidente Giuseppe Conte, del Ministro all’Economia Roberto Gualtieri, e del Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, di inserire nella prossima legge di Bilancio, ‘un capitolo di spesa – si legge nel documento – riguardante i soli Comuni di piccola e media dimensione, i quali, grazie ai propri luoghi di devozione, offrono grande prestigio all’intera nazione’.

«Non è concepibile – ha dichiarato Pieroni – che un luogo di culto come Loreto capace di accogliere milioni di turisti e pellegrini, al pari di altre città o centri di devozione – penso ad Assisi, a Pompei, alla stessa San Giovanni Rotondo, siano stati di fatto dimenticati dal governo centrale. Chiediamo più rispetto per quello che rappresentiamo e per gli stessi commercianti dei nostri centri storici, non ci sono imprenditori di serie A e di serie B, come lasciano intendere i provvedimenti assunti in questi mesi a Roma. Il prossimo 30 novembre presenteremo la mozione in consiglio comunale, quindi la invieremo alla Regione Marche e agli stessi parlamentari marchigiani, di qualsiasi appartenenza politica, convinti che possano appoggiare, facendo squadra, la nostra posizione. Non escludo neppure un’azione congiunta con i sindaci delle città interessate, cui invieremo ugualmente la mozione, per poter fare fronte e porre rimedio ad un autentica ingiustizia». Anche perché gli esercizi commerciali che non posso contare sulle presenza del turismo spirituale e religioso, stanno attraversando una crisi che ne mina la sopravvivenza. Muove da questa situazione la volontà di proporre la mozione in cui si chiede anche “la predisposizione di un contributo a fondo perduto rivolto esclusivamente alle attività di vendita di beni o servizi al pubblico collocati nei centri storici di quei piccoli Comuni riconosciuti come centri di culto e rientranti in un elenco di luoghi di devozione che il Governo è invitato a stilare entro il 2021 con l’ausilio delle amministrazioni pubbliche”. Oggetto della critica più incisiva da parte del sindaco Pieroni è il Decreto legge del 14 agosto dove, all’articolo 59, sono stati riconosciuti “contributi a fondo perduto a quelle attività economiche collocate nei Comuni capoluoghi di provincia che hanno vantato presenze turistiche dall’estero tre volte superiori al numero dei propri residenti. Per le Città Metropolitane, la quota di turismo estero doveva essere invece pari o superiore a quella dei residenti”. Loreto non può evidentemente rientrare in questi parametri, eppure, si legge nella mozione, “la città mariana è riconosciuta per il Santuario a livello nazionale e internazionale, ha ospitato in pellegrinaggio sei Pontefici dal dopoguerra, numerosi Capi di Stato e di Governo, nel 2019 ha contato più di due milioni e mezzo di turisti italiani e stranieri. Le disposizioni contenute nel decreto governativo, pertanto, penalizzano fortemente Loreto”. La conclusione è diretta quanto semplice: Loreto non può pagare il dato oggettivo di non essere capoluogo né di provincia né di città Metropolitana. Ora la mozione vuole colmare al più presto un vuoto legislativo grave per tutto il territorio lauretano e per le stesse Marche.

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