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Aborto, Leonardi sconfessa Ciccioli
«Ha espresso opinioni personali»

POLITICA - La consigliera regionale di FdI sulle parole del suo capogruppo, che aveva parlato di sostituzione etnica scatenando un polverone: «Non è intenzione di questa maggioranza accostare le problematiche di denatalità del nostro Paese a quelle legate all'utilizzo della Ru486»

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Elena Leonardi

 

«Non è intenzione di questa maggioranza accostare le problematiche di denatalità del nostro Paese a quelle legate all’utilizzo della Ru486. Pertanto, non accettiamo le strumentalizzazioni di chi vuole far passare un’opinione espressa a titolo personale come la linea politica della maggioranza che invece sostiene la piena applicazione della 194 e la piena tutela della donna». Così Elena Leonardi, consigliere regionale di FdI e presidente della commissione regionale Sanità e Politiche Sociali sconfessa di fatto il suo capogruppo Carlo Ciccioli. Era stato proprio Ciccioli, infatti, ad intervenire in aula come capogruppo del partito che esprime anche il presidente della Regione, FdI, ad accostare il discorso della somministrazione della pillola abortiva nei consultori alla sostituzione etnica e quindi il tema dell’aborto a quello della denatalità. Non solo, Ciccioli sulla stesso tema c’era tornato anche il giorno dopo ribadendo le sue posizioni e rilanciando «Occorre una nuova 194, no alla sostituzione etnica», aveva detto. Firmandosi sempre come capogruppo di FdI in Consiglio regionale. Per questo le parole della Leonardi di oggi suonano a tutti gli effetti come una sconfessione per Ciccioli.  «Voglio ribadire quanto già dichiarato nel dibattito in Aula – continua la consigliera di FdI – quello dell’interruzione volontaria di gravidanza è un tema sensibile che va affrontato sempre con rispetto e delicatezza nei confronti di tutte le donne. Credo opportuno chiarire che la maggioranza che governa la Regione Marche non ha prodotto alcun atto contrario alla legge 194, ma ha semplicemente respinto una mozione che chiedeva l’adeguamento a delle linee guida ministeriali che sono in contrasto con la stessa legge 194 a cui fanno riferimento, come chiarito dal Tar della Puglia. Del resto, è universalmente riconosciuto quanto stabilito nel 2007 dal Consiglio di Stato, e ossia che “le circolari ministeriali non si devono ritenere applicabili laddove le stesse non risultino conformi a legge”. La posizione della maggioranza è stata chiaramente espressa dalla giunta, che sostiene la piena applicazione della 194 e ha intenzione di lavorare per potenziare i consultori e mettere in campo iniziative di supporto economico e psicologico che affianchino la donna in un momento tanto delicato».

 

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