«Da lunedì 22 febbraio e fino a domenica 28 Jesi torna zona arancione. Didattica a distanza per le scuole secondarie di primo e secondo grado». Il messaggio è stato pubblicato poco dopo le 20 di stasera sui canali social del Comune di Jesi che oggi, secondo il report del Servizio Sanità della regione conta 360 i positivi e 785 le persone in quarantena. Dopo la proroga dell’ordinanza del governatore Francesco Acquaroli che ha chiuso i confini della provincia di Ancona per un aumento dei contagi da Covid 19, anche il sindaco Massimo Bacci assume misure più restrittive con una ordinanza che darà la possibilità per bar e ristoranti di effettuare esclusivamente il servizio di asporto e consegna a domicilio, dispone la chiusura di parchi e centri polivalenti, oltre che di mostre e musei. Sarà consentito invece lo spostamento fuori Comune, nel limite comunque del territorio provinciale. Così ha deciso il sindaco di Jesi oggi al termine di un confronto con il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli e la dirigente regionale del Servizio Salute Lucia Di Furia, dopo una lettura ancor più approfondita dei dati relativi a contagiati e quarantenati in città, dei focolai presenti in città e in alcuni Comuni limitrofi, delle criticità al Carlo Urbani per l’altissimo numero di ricoverati Covid, dei carichi di lavoro oltre il limite da parte dei medici Usca impegnati nelle cure domiciliari.
Il provvedimento scatterà lunedì ed avrà una durata di almeno una settimana, vale a dire fino a domenica 28, prorogabile nel caso in cui la curva dei contagi non dovesse registrare una decrescita. Ad oggi Jesi conta 354 persone affette da Covid 19 e 749 in quarantena. Erano appena 219 i contagiati ad inizio mese e 446 in isolamento domiciliare. Una progressione costante che sta mettendo a durissima prova la rete di protezione sanitaria ed il rischio di arrivare ad un punto di non ritorno. L’ospedale ‘Carlo Urbani di Jesi è inoltre in sofferenza da giorni avendo sfiorato il limite massimo dei ricoveri per i pazienti Covid e oggi registra ancora dati allarmanti: 10 posti occupati in terapia intensiva, 12 in semi intensiva e 52 nei reparti non intensivi oltre a 2 pazienti affetti da Sars CoV2 ricoverati al pronto soccorso dell’ospedale. Si è, insomma, superata la soglia critica.
«La decisione del Comune di Jesi – ha sottolineato Bacci – è maturata d’intesa con la Regione e l’Asur con cui si è preso atto che i soli tracciamenti non sono più sufficienti, ma diventa necessario assumere decisioni più drastiche per contenere la pandemia. So che è una decisione che creerà difficoltà, ma davvero la situazione rischia di sfuggire di mano. Dalla lettura dei dati emerge che a Jesi è in crescita sia il contagio tra gli adolescenti sia quello della fascia compresa tra i 45 ed i 60 anni. Scuola e luoghi di lavoro sono i due fattori più a rischio. Salvaguardiamo primarie e scuole dell’infanzia per non mettere in difficoltà i genitori che lavorano, ma per tutti gli altri si dovrà tornare alla didattica a distanza. Dobbiamo anche scongiurare assembramenti, per questo rinnovo l’appello a tutti i cittadini di assumere comportamenti sempre improntati alla massima prudenza e precauzione, indossando mascherine, restando distanziati, avendo cura di lavarsi frequentemente le mani. Proteggiamo noi stesi ed i nostri cari».
Oggi in città è partito anche il V Day. «Un’organizzazione puntuale, grazie alla straordinaria disponibilità della bocciofila che ha fatto trovare l’impianto perfettamente funzionale, e ad un gioco di squadra già rodato tra Comune, Asur e volontari della protezione civile. – sotolinea una nota del Comune – In questo scenario è partita oggi la vaccinazione anti Covid per gli over 80 al bocciodromo comunale di Via Ugo La Malfa, che continuerà per i prossimi 20 giorni. Un grazie agli operatori sanitari e a tutti coloro che sono a vario titolo coinvolti affinché il piano vaccinale proceda nel migliore dei modi».
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