Partirà il prossimo 24 maggio l’udienza preliminare dell’inchiesta bis nata dalla strage della Lanterna Azzurra, avvenuta la notte dell’8 dicembre 2018, a Corinaldo. Sotto la lente della procura, il capitolo legato alle autorizzazioni rilasciate al locale di via Madonna del Piano, la sicurezza e la gestione dell’evento che doveva portare al dj set di Sfera Ebbasta. Sono diciotto le persone e la società che gestiva la Lanterna a rischiare il processo. Tra gli indagati ci sono i proprietari del locale, i gestori, due addetti alla sicurezza, i sei componenti della Commissione di Vigilanza che aveva rilasciato la licenza di pubblico spettacolo, e due consulenti. Tra i reati contestati, la cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni personali, disastro colposo e varie fattispecie di falso. Per la procura, il locale non poteva essere destinato all’attività di intrattenimento e non garantiva le necessarie condizioni di sicurezza in caso di emergenza. Varie le difformità ravvisate dai periti nominati dai pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai: dalle luci dell’uscita di sicurezza numero tre, alla rampa esterna, passando per la manutenzione delle balaustre. Proprio all’uscita numero tre si era accalcata la quasi totalità dei ragazzi presenti al locale al momento del fuggi fuggi scomposto, creato dallo spray al peperoncino utilizzato dai rapinatori della Bassa Modenese. Lo scorso luglio sono stati condannati in sei (68 anni di reclusione complessivi) in abbreviato. La tragedia di Corinaldo strappò alla vita cinque adolescenti e una giovane mamma.
(feser)
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