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Trasporto pubblico,
Uil scrive alla Regione:
“Rischiamo altri tagli”

MOBILITA’ – I segretari Fioretti e Andreani scrivono una lettera aperta al presidente Ceriscioli. “Il governo pone criteri sempre più stringenti, la Regione cosa fa? Aspetta di perdere altre risorse? Qual è il progetto?” chiedono i sindacalisti. Le novità a sorpresa nell'ultimo decreto terremoto

 

Da Roma arrivano criteri sempre più stringenti per il trasporto pubblico, tra cui tempi brevi per la gara europea di affidamento del servizio e tagli ai finanziamenti se calano i passeggeri. I segretari Uil Marche Graziano Fioretti e Uil Trasporti Marche Giorgio Andreani scrivono una lettera aperta al presidente della Regione Luca Ceriscioli per chiedere quali sono le intenzioni di Palazzo Raffaello. Le novità inserite a sorpresa nell’ultimo decreto terremoto. «Mentre la Regione procede nel mettere a punto i documenti di gara per l’assegnazione del servizio di trasporto pubblico locale nei cinque bacini e tutti i soggetti interessati sono impegnati in ragionamenti su come modificare la bozza del bando di gara, il governo inserisce nel decreto “Disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo” un paio di articoli che vanno a sparigliare ulteriormente le carte rendendo la situazione ancora più meritevole di attenzione e con urgenza» scrivono Fioretti e Andreani. «Il decreto del governo modifica tempi e modalità delle gare e di conseguenza anche quella nostrana. La cosa preoccupante è che gli articoli relativi al trasporto pubblico locale mettono ulteriori vincoli fondamentali che sono: obbligo di andare a gara con tempistiche più stringenti rispetto alla normativa europea, che pone il 2019 come traguardo, pena la riduzione progressiva di un 5% annuo delle risorse destinate alle regioni; obbligo del raggiungimento dell’obiettivo sui passeggeri trasportati pena la riduzione del 10% annuo delle risorse del fondo nazionale trasporti destinate alle regioni; la controtendenza rispetto alle aggregazioni dei bacini prevedendo come norma la creazione di più lotti all’interno dello stesso bacino; l’unico riferimento alle clausole sociali è relativo al contratto nazionale di lavoro del settore. Stante così la situazione, – continuano i segretari Uil – considerato che la regione Marche parte già penalizzata dal fatto che, in assenza di una norma sui costi standard, percepisce dallo Stato una quantità di risorse che è il più basso tra le regioni italiane, la questione diventa urgente poiché pone a nostro avviso serie preoccupazioni. La gara rappresenta per la nostra regione un fatto importante, una vera svolta epocale visto che fino ad oggi una gara regionale non era mai stata fatta, per lo meno su criteri veri di efficientamento e con vincoli così stringenti. Perciò viene da porsi almeno un paio di domande: il bando di gara è il risultato di un progetto politico del governo regionale sulle necessità del territorio e a tutela dei cittadini marchigiani? All’interno delle vecchie e soprattutto nuove regole come attualizzare le tutele per i lavoratori del settore considerando che il contratto nazionale di lavoro di settore copre solo una parte della retribuzione. E il resto? Alla luce di tutto ciò è urgente attivare al più presto un tavolo politico al più alto livello istituzionale con le organizzazioni sindacali confederali in cui rivedere tutta la governance del settore attraverso un confronto che non sia solo formale come avvenuto fino ad ora, ma che entri nel merito delle questioni. Il decreto è datato il 24 Aprile scorso, quindi fresco fresco. La Regione nel frattempo cosa fa? Aspetta di perdere ulteriori risorse?» conclude la lettera.

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