Dopo le voci che si rincorrono sul possibile rinnovo del piano industriale, il coordinamento sindacale unitario Fim, Fiom e Uilm, ha inviato una lettera per conto delle centinaia di lavoratori che hanno contribuito a far crescere il gruppo Elica, al presidente Francesco Casoli. La missiva vuole essere un invito a ricordare quello che rappresenta il passato, i 50 anni di storia aziendale, per una riflessione efficace sulle strategie future. «… I manager, gli amministratori delegati sono tutte figure che passano e si succedono, le loro scelte poi ricadono su tutti noi: alla proprietà, che eredita un’impresa nata sui valori del territorio e delle persone, chiediamo di farsi carico di continuare a fare impresa come ha sempre fatto… Purtroppo le scelte delle persone e i nuovi assetti aziendali, sembrano privilegiare l’aspetto finanziario a quello sociale e la sola responsabilità nei confronti degli azionisti piuttosto che quella verso le persone…» si legge in un passaggio dello scritto che pubblichiamo di seguito nella versione integrale.
Caro presidente, siamo le donne e gli uomini di Elica, l’orgoglio dell’azienda, quelli che hanno contribuito, grazie al cuore, alla passione ed alle competenze, a questi cinquanta anni di storia industriale. Siamo nate/i con Elica, cresciuti con Elica, intere generazioni del territorio si sono potute realizzare grazie al Lavoro che questa impresa ha messo a disposizione. La sinergia tra persone, territorio e imprenditore hanno permesso ad una piccola realtà locale di diventare leader a livello mondiale, diventando una delle aziende di riferimento,vanto di tutta l’Italia nel mondo, grazie anche alla continua capacità di rimetterci in discussione, sempre pronti ad accettare le nuove sfide che ci venivano proposte. Siamo sempre stati orgogliosi di far parte di Elica, anche nei momenti più difficili; ci siamo sempre distinti dagli altri per un grande senso di appartenenza e perché nel nostro piccolo, rispetto ai più grandi, ci siamo sempre sentiti speciali: questo è successo anche grazie a tutto quello che ci ha trasmesso Lei, grazie ai valori di Elica ed al rispetto degli obblighi reciproci. Anche nella crisi, che oramai colpisce il settore da oltre un decennio, si sono trovate le risorse e le soluzioni per affrontarla, a costo di grandi sacrifici da parte di tutte/i, sempre e comunque con l’obiettivo di tenere tutto insieme, come un’unica collettività che si adopera per andare avanti senza lasciare indietro nessuno, vedendoci come una grande famiglia. Oggi tutto questo sembra non esserci più e le logiche che prevalgono sono diverse; la passione è diversa, la voglia di fare impresa non è più la stessa. Abbiamo l’impressione che l’interesse si sia spostato altrove e non lo ritroviamo nelle dinamiche territoriali ed industriali ma in quelle strettamente finanziarie, che se pur importanti, da sole non possono guidare il futuro di un’azienda e che sicuramente stanno inquinando il rapporto di trasparenza e reciproca fiducia. Nel tempo della pandemia ci sarebbe bisogno della nostra Elica, quell’azienda speciale che è stato un punto di riferimento per le persone e per la loro crescita, un’azienda che guarda al futuro con grande slancio senza dimenticare le proprie origini, capace di traguardare una prospettiva di rilancio del territorio, ormai colpito in maniera troppo profonda da un processo di desertificazione industriale che sembra non fermarsi più e che toglie futuro alle attuali ed alle prossime generazioni. I managers, gli amministratori delegati sono tutte figure che passano e si succedono, le loro scelte poi ricadono su tutte/i noi: alla proprietà, che eredita un’impresa nata sui valori del territorio e delle persone, chiediamo di farsi carico di continuare a fare impresa come ha sempre fatto nel passato per costruire costruire una prospettiva di medio e lungo periodo, incentrata sui valori su cui è nata e si è sviluppata Elica. Purtroppo le scelte delle persone ed i nuovi assetti aziendali, sembrano privilegiare l’aspetto finanziario a quello sociale e la sola responsabilità nei confronti degli azionisti piuttosto che quella verso le persone. Il territorio ormai parla di Elica come un’azienda irriconoscibile agli occhi di chi l’ha vissuta ed ha contribuito alla sua crescita ma, noi crediamo che ancora sia possibile fare scelte di responsabilità sociale e salvaguardia delle persone, proprio nello stile dell’azienda. Abbiamo dimostrato che lavorare nelle nostre fabbriche è sicuramente efficace e profittevole, che l’innovazione nasce sempre e comunque dal fabrianese e su questo chiediamo e ci aspettiamo delle scelte coraggiose in nome di quello che Elica e chi l’ha fondata hanno sempre rappresentato. Caro presidente, costruiamo insieme i prossimi cinquant’anni di storia industriale da lasciare a patrimonio industriale, sociale e culturale per le prossime generazioni, così come la nostra ha ereditato da chi ci è stato prima di noi. Insieme per il Futuro, insieme per il Territorio, insieme per la nostra Elica.
Il Coordinamento sindacale Fim, Fiom e Uilm in nome e per conto delle donne e degli uomini di Elica
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