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Vertenza Elica,
distanza siderale tra le parti
I dipendenti: «Ci sentiamo traditi»

ANCONA – Primo confronto in Regione tra sindacati, vertici aziendali e giunta. La discussione potrebbe spostarsi sui tavoli del Mise. Il governatore Acquaroli: «la difesa del territorio è l'obiettivo che vogliamo raggiungere» - VIDEO

Lavoratori Elica in presidio davanti a Palazzo Leopardi

 

di Martina Marinangeli (foto Giusy Marinelli)

 

Distanza siderale tra vertici aziendali da una parte e dipendenti e sindacati dall’altra. Ognuno al proprio lato del ring, non si arretra di un millimetro. E, comprensibilmente, il tavolo di confronto organizzato oggi in Regione non ha cambiato le cose. La vertenza Elica si preannuncia lunga e sofferta, figlia di un piano industriale “lacrime e sangue” che prevede 409 esuberi su 560 dipendenti e la delocalizzazione in Polonia di parte della produzione dagli stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi. «La Regione aggiornerà i tavoli sentendo singolarmente le singole parti- fa sapere Pierpaolo Pullini, della Fiom di Ancona-. Riteniamo inaccettabile un Piano industriale di questa portata. Abbiamo chiesto all’azienda di ritirarlo, non può essere oggetto di alcuna discussione. Siamo disponibili a parlare di come trovare soluzioni se il lavoro resta in Italia, ma non sul numero degli esuberi». Organizzazioni sindacali e dipendenti si sentono traditi da Elica «a cui abbiamo sempre chiesto di essere baluardo contro la desertificazione industriale, non concausa», chiosa Pullini. «La Regione – spiega Vincenzo Gentilucci della Uilm Marche– si è dimostrata disponibile a mettere in campo tutte le risorse e gli strumenti possibili per evitare il licenziamento dei lavoratori e quindi la difesa del territorio. Questo per noi è prioritario: siamo stati traditi rispetto ad un percorso che ha già chiesto sacrifici ai lavoratori. Un Piano industriale scellerato che preclude il futuro dei lavoratori e che deve essere ritirato». La posizione dei sindacati è compatta. «Il presidente Acquaroli si è preso degli impegni- spiega Giampiero Santoni della Fim-Cisl Marche-. Siamo lontani da quello che può essere un punto di incontro perché ognuno ha mantenuto la sua posizione e l’azienda non ha ritirato il Piano industriale».

Il governatore Acquaroli ed il sindacalista Fiom Pullini

Lo sa bene la Regione quanto in salita sarà la strada, ma il governatore Francesco Acquaroli, parlando ai dipendenti Elica riuniti in presidio davanti a Palazzo Leopardi, ha voluto sottolineare come «la difesa del territorio sia l’obiettivo che vogliamo raggiungere, in questa vertenza e come missione del governo regionale. Il patrimonio di lavoro, conoscenze e di imprenditorialità che abbiamo acquisito negli anni va difeso perché questo è uno dei più grandi problemi che le Marche hanno, insieme alla ricostruzione e al Covid. Metteremo in campo tutte le risorse che abbiamo, in termini di conoscenze, di relazioni istituzionali e finanziarie per cercare di risolvere questa difficile situazione». Al tavolo il governatore è stato affiancato dal vicepresidente Mirco Carloni, e dagli assessori Stefano Aguzzi e Giorgia Latini. «La delicatezza e la pesantezza di questa vertenza non ci facevano ovviamente sperare che da un primo incontro scaturissero soluzioni – ha affermato il titolare della delega al Lavoro Aguzzi -. C’è una distanza significativa tra la parte aziendale e sindacale. L’azienda ha posto in discussione, con fermezza, un ridimensionamento fortissimo per intavolare una trattativa serena e per raggiungere un accordo tra le parti. Ora gli incontri proseguiranno unilateralmente, per capire se c’è effettivamente la possibilità di una sintesi. Non escludo anche di portare la discussione su un tavolo nazionale». Dal canto suo, Elica fa sapere in una nota che «l’azienda è diventata leader a livello internazionale anche grazie a scelte coraggiose operate in passato, che le hanno consentito di mantenere la propria posizione di leadership negli scenari globali. Elica è convinta di trovarsi davanti ad una situazione che impone lungimiranza e capacità di visione futura, con l’obiettivo fondamentale di salvaguardare il Gruppo e il mantenimento dell’occupazione sul territorio che, ricordiamo, è attualmente di 1094 persone nella sola provincia di Ancona. La soluzione al problema del sovradimensionamento occupazionale è fondamentale per preservare i restanti posti di lavoro a livello locale. La perdita di competitività nel settore B2B, il fatto che i nostri competitors abbiano già delocalizzato le produzioni, l’insostenibile perdita di profittabilità nell’area Cooking Italia, rendono questo piano, seppur doloroso, inevitabile – commenta Giulio Cocci, amministratore delegato di Elica –. L’alternativa è aggiungere anche il nostro nome tra quelle società del fabrianese che in passato erano aziende e oggi, se non sono fallite, si sono trasformate in piccoli stabilimenti ristrutturati di qualche gruppo straniero. Non è il futuro che vogliamo per Elica».

 



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