Aggiornamento delle ore 19.15 – Anche nell’incontro bilaterale di oggi tra le organizzazioni sindacali, la Regione ed il Mise, le Istituzioni hanno riferito la volontà dell’azienda di procedere con il suo piano dando al massimo disponibilità ad attenuarne gli effetti. Il 31 marzo scorso è stata infatti annunciata la delocalizzazione di oltre 70% della produzione attualmente fatta in Italia a favore della Polonia, con conseguenti 409 esuberi. «Questo non fa parte della storia e dei valori di questa azienda e va assolutamente rigettato. Le Segreterie territoriali e le Segreterie Nazionali di Fim, Fiom e Uilm non ritengono percorribile una discussione incentrata su delocalizzazioni in un momento di crescita del mercato, solo per inseguire logiche finanziarie che non tengono conto di chi lavora e che rischia di creare ulteriori tensioni sociali dentro gli stabilimenti del gruppo. – esordisce un comunicato a firma congiunta – Il Mise e la Regione hanno ribadito la loro contrarietà al piano di Elica, confermando la disponibilità a valutare tutti gli strumenti da mettere a disposizione nella complicata discussione. Risulta fondamentale, al fine di evitare situazioni drammatiche in tutto il Paese, la proroga del blocco dei licenziamenti da parte del Governo. Il 29 aprile è convocato il tavolo di crisi con la presenza anche dell’azienda Il Coordinamento Sindacale di Elica, dopo la grande giornata di lotta di oggi martedì 20 aprile, proclama lo stato di agitazione permanente di tutto il gruppo per difendere il Lavoro ed il futuro della nostra azienda e di tutto il territorio. Fermiamo le delocalizzazioni e costruiamo insieme il futuro».
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Sciopero di due ore e mezzo, questa mattina, dei lavoratori Elica con presidio lungo la Sp 9 tra Cerreto d’Esi e Mergo e successivo blocco della circolazione stradale sulla Ss 76, tra le uscite Serra San Quirico ed Apiro-Mergo della superstrada. Con la mobilitazione, che ha preceduto di qualche ora l’incontro organizzato in videoconferenza dal Mise (in programma oggi alle 15), i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm con le maestranze hanno rinnovato la richiesta di bloccare il piano di riorganizzazione annunciato dall’azienda. Prevede 409 esuberi sui 560 dipendenti degli stabilimenti di Cerreto d’Esi e Mergo, il trasferimento del 70% della produzione italiana all’estero e la chiusura dell’impianto cerretese e di interi reparti del sito di Mergo. Per il 29 aprile è inoltre previsto l’avvio del tavolo di crisi per risolvere la vertenza dell’azienda, leader nella produzione di cappe aspiranti.
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