Striscioni, bandiere, cartelli di protesta a fare da cornice al Giro d’Italia partito da Genga. Alzati sulla salita delle Serre, al confine tra Fabriano e Cerreto d’Esi, dai lavoratori di Elica al passaggio della carovana di ciclisti.
Al presidio, regolarmente autorizzato, nella tarda mattinata di oggi ha preso parte una nutrita delegazioni di lavoratori e di rappresentanti sindacali che ha salutato il passaggio del giro rosa senza interagire con la gara ma esprimendo il proprio dissenso al nuovo piano industriale presentato dalla multinazionale di Fabriano, che prevede la delocalizzazione in Polonia di circa il 70% delle produzioni italiane, 409 esuberi e la chiusura della stabilimento di Cerreto d’Esi. «Vanno fermate le delocalizzazioni, il piano di Elica deve essere ritirato: l’azienda rinunci al suo piano e si costruiscano insieme le condizioni per mantenere il lavoro in Italia, mettendo al centro i valori della stessa Elica, la persone ed il territorio – ha ribadito anche stamattina il coordinamento sindacale di Fim, Fiom e Uilm – Il modello che propone Elica con il suo piano strategico, di delocalizzazione, oltre ad essere un disastro sociale e lavorativo per i dipendenti e per la stessa azienda, rischia di diventare un problema per tutto il Paese, in particolar modo nel momento in cui si sta discutendo di come distribuire una grande quantità di risorse pubbliche alle imprese».
Prossimo incontro istituzionale per le maestranze è quello che il governatore delle Marche Francesco Acquaroli ha convocato per lunedì prossimo in Regione. Un vertice al quale sono stati invitati solo i rappresentanti sindacali e che precederà il successivo tavolo al Mise. Accanto al presidente della giunta regionale ci sarà ancora una volta l’assessore al lavoro Stefano Aguzzi.
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