Simone Bonci rischia di non poter patteggiare. La procura ha infatti impugnato il provvedimento con cui lo scorso 22 aprile il gup Francesca De Palma aveva disposto il dissequestro della somma che, all’inizio delle indagini, era stata sottratta all’ex dipendente comunale come profitto del reato di corruzione. I soldi sarebbero dovuti servire al geometra per risarcire il Comune. Risarcimento che sarebbe condizione necessaria per aprire la strada del patteggiamento chiesto dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Lorenza Marasca e Riccardo Leonardi. In totale, Bonci avrebbe dovuto pagare all’ente 43.550 euro (quasi 33mila euro erano stati sequestrati dalla Squadra Mobile). La procura ha impugnato il dissequestro, sostenendo che la restituzione del profitto non potrebbe evitare la confisca e, così facendo, il denaro verrebbe sottratto allo Stato. Sulla questione – che dunque potrebbe mandare in fumo l’ipotesi patteggiamento – si dovrà esprimere il Tribunale del Riesame. L’udienza davanti al collegio dei giudici è fissata per domattina. Sul tenore del patteggiamento, prima che la procura impugnasse il dissequestro, il giudice si sarebbe dovuto esprimere il prossimo 19 luglio. Ai riti alternativi dovrebbero anche accedere due dei quattro imprenditori arrestati con Bonci nel novembre 2019 con l’accusa di corruzione aggravata. Stando all’impianto della procura, Bonci – all’epoca in servizio alla Direzione manutenzioni, frana e protezione civile del Comune – aveva favorito una serie di imprenditori per l’affidamento di appalti (soprattutto di natura manutentiva in merito ai cimiteri cittadini) in cambio di regali, soldi o lavori edili in casa sua, come l’installazione di un bagno.
(fe.ser)
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