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«Il nuovo Inrca di Camerano
dovrà essere un ospedale di rete»

OSIMO - Il consigliere comunale Achille Ginnetti (Progetto Osimo Futura) entra nel dibattito sulla sanità locale invitando tutti i gruppi politici a «non dividersi su un argomento così importante come quello della salute che costituisce l’arma migliore per continuare a subire le decisioni prese nelle stanze regionali»

Il cantiere del nuovo Inrca di Camerano sta prendendo forma (foto Giusy Marinelli)

 

«Sembra che alcune forze politiche cittadine non aspettavano altro che tornare a polemizzare sull’Ospedale di Osimo, come hanno fatto da 25 anni a questa parte, riaffermando ognuna la giustezza del proprio operato».

Achille Ginnetti

A commentare gli ultimi sviluppi sull’Inrca-Osimo dopo la pubblicazione del dossier di Anaao Assomed Marche sulle carenze della struttura in fatto di sicurezza e adeguamento alle normative antincendio è il consigliere comunale di Progetto Osimo Futura, Achille Ginnetti. Secondo Ginetti, che è medico di famiglia, «dividersi su un argomento così importante come quello della salute costituisce l’arma migliore per continuare a subire le decisioni prese nelle stanze regionali, è una sconfitta per tutti. La denuncia del sindacato dei medici ospedalieri, che come abbiamo letto è l’ultimo atto di una lunga serie di comunicazioni e contatti mai riscontrata, mette in evidenza come i tempi della politica quasi mai rispettano le prioritarie esigenze dei cittadini e dei lavoratori della sanità. Anche noi auspichiamo che vengano realizzati quanto prima i lavori necessari per mettere a norma il vecchio edificio del Ss Benvenuto e Rocco. I servizi erogati dall’ospedale Inrca di Osimo sono di ottima qualità e l’integrazione con le professionalità presenti nella sede di Ancona costituisce un valore aggiunto».

Il consigliere Ginnetti ribadisce in sostanza che «questo ospedale non è sufficiente per il territorio a sud del capoluogo regionale, è indispensabile che ci sia un ospedale di rete in grado di assistere tutta la popolazione da 0 a 100 anni e oltre. Pertanto è urgente che vengano completati i lavori per il nuovo ospedale dell’Aspio, che non dovrà essere solo Inrca. Teniamo inoltre presente – chiude – che l’ospedale rappresenta una fase molto breve nel percorso di malattia di un individuo, un luogo di cura solo per le situazioni acute di media e alta gravità e per il periodo più limitato possibile. È nel territorio che si può e si deve intervenire per fare prevenzione e saper intercettare le malattie al loro esordio e prendersene cura se possibile senza ricorrere al livello ospedaliero. L’esperienza del Covid ne ha evidenziato la vitale importanza».



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