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Morani prova ad affrontare la crisi
e il Pd la lascia da sola

L'ANALISI di Fabrizio Cambriani - A Cerreto d'Esi la presentazione di una proposta che prende spunto dalla vertenza Elica per la tutela del tessuto produttivo marchigiano da parte da parte della deputata dem, l'unica finora che fa riferimento a una combinazione organica di atti normativi già esistenti. Ma al tavolo allestito mancavano sia la segretaria provinciale Sartini che quello regionale Gostoli, assenze pesantissime, impossibile da celare o da minimizzare che la dicono lunga sul clima che si respira nel partito

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L’iniziativa di ieri a Cerreto d’Esi

 

di Fabrizio Cambriani

“Cosa mai di buono potrà venire da Pesaro”? Questo l’evangelico dubbio – considerati sin qui i fallimentari risultati politici ottenuti, su ogni fronte, dal trio Ceriscioli-Ricci-Gostoli – che mi ha accompagnato nel viaggio verso Cerreto d’Esi, in occasione della presentazione di una proposta per la tutela del tessuto produttivo marchigiano da parte di Alessia Morani, parlamentare del Partito Democratico, anch’essa pesarese. Un’iniziativa che prende spunto dalla recente vertenza di Elica, ma che si rivolge, in particolare, ai distretti in crisi. A partire dalle aree portuali, fino ad arrivare alle zone interessate dal sisma, così come già avvenuto in passato per l’Emilia-Romagna.

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Il tavolo dei relatori con Alessia Morani, Maurizio Mangialardi, Romano Carancini e Antonio Mastrovincenzo

Molto in sintesi, si tratterebbe formalmente di creare delle zone logistiche semplificate o rafforzate, oppure delle zone economiche speciali che godrebbero di una fiscalità molto più vantaggiosa e di un notevole regime di semplificazione burocratica. Accanto alla Morani, nella piazzetta di Cerreto – ultimo simbolo in ordine di tempo dell’ennesima crisi industriale del distretto fabrianese – c’erano i consiglieri regionali Carancini, Mangialardi e Mastrovincenzo. Per dovere di cronaca va doverosamente segnalato di come si tratti dell’unica proposta, sin qui registrata, che fa riferimento a una combinazione organica di atti normativi già esistenti. E non vagheggia, come di solito accade in simili circostanze, percorsi impossibili o quantomeno impraticabili. Non risolve, qui e ora, le problematiche relative alla crisi Elica – questo è vero – ma si fa carico di ridurre al minimo eventuali danni. Almeno per il futuro. Infine, e per quello che mi riguarda, è una delle pochissime e serie iniziative ascrivibili a un parlamentare della regione Marche, che fino a prova contraria, appartiene alla maggioranza di governo. Nei fatti, si tratta di un progetto molto ambizioso la cui eventuale realizzazione dovrebbe coinvolgere e tenere saldamente unite istituzioni di differenti e contrastanti idee politiche. A partire dalla Regione Marche, fino ad arrivare al coinvolgimento fattivo e operoso del governo Draghi. Impresa a dir poco titanica, considerate le già pesanti defezioni che si sono registrate in sede di presentazione. Al tavolo allestito dal locale Partito Democratico mancavano sia la segretaria provinciale Sartini, che quello regionale Gostoli. La prima, tuttavia, alla stregua del sommo pontefice, ha inviato un messaggio agli astanti. Il secondo, probabilmente rinchiuso nel bunker e con lo scolapasta in testa, dispiegava truppe e ordiva trame belliche su di un plastico, in vista di un casomai remoto congresso. Che, prima o poi, si dovrà pur fare. Assenze pesantissime, impossibile da celare o da minimizzare con inderogabili impegni assunti in precedenza. Prese di distanze che la dicono lunga sul clima che si respira dentro quel coacervo di disuguali e talvolta indicibili, personali interessi, che taluni si ostinano pervicacemente a qualificare ancora come partito politico. Alla Morani, a differenza di molti suoi colleghi capaci solo di farfugliare stantie ovvietà, va dato doverosamente atto dell’iniziativa assunta in proposito. Un ingrediente, tuttavia che da solo non basta se non è corredato da una ferma e decisa volontà corale. E non solo soggettiva. Ciò, nel tentativo di risolvere quello che è un problema decisivo e che riguarda la direzione di un futuro sviluppo di tutta la regione. Che da sempre è alle prese con un’annosa incapacità di sapere o volere fare squadra per il bene di tutta la collettività. Il che, a pensarci un po’ meglio, è ciò che su più larga scala, accade quotidianamente all’interno del Partito Democratico regionale.



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