di Emanuele Garofalo
Porto affamato di spazi, sempre in bilico su di un equilibrio difficile: da una parte le imprese e le attività produttive che chiedono infrastrutture per le merci, dall’altra la città, che rivendica la vivibilità della parte storica dello scalo. L’ultimo allarme a riportare l’attenzione sul porto commerciale lo ha lanciato il presidente Icop Elio Libri (leggi l’intervista). Attività al collasso e mancanza di piazzali per i container, il presidente dei portuali ha lanciato la provocazione: “Dobbiamo cacciare gli armatori?” Una fuga delle imprese e dei traffici che l’Autorità portuale scongiura, presentando i progetti in cantiere per lo sviluppo del prossimo anno. Progetti che guardano sia al porto commerciale, sia al porto antico. “Dragaggi del fondale a 14 metri, secondo stralcio della Banchina Marche, dogana allo scalo Marotti per spostare i Tir dal molo Rizzo, 5 mila metri quadri di nuovi piazzali nel porto commerciale dalla demolizione dell’ex compiuta delle dogane. L’impegno è quotidiano per fare di Ancona il porto più competitivo dell’Adriatico, al pari di Trieste” dichiara il presidente dell’Autorità di sistema portuale del Medio Adriatico Rodolfo Giampieri. Entro fine anno lo spostamento della dogana allo scalo Marotti, al Mandracchio, significa che la prossima estate non vedrà più i Tir parcheggiati al molo Rizzo, davanti all’Arco di Traiano in attesa dell’imbarco. Spostando la dogana, i camion sosteranno al Mandracchio prima di imbarcarsi sui traghetti. “Significa risparmiare 60 mila chilometri di tragitti all’anno, anche questa è attenzione alla sostenibilità ambientale” spiega Giampieri, ringraziando Capitaneria di porto, guardia di finanza e dogana per lo sforzo nel cercare una razionalizzazione delle attività. Poi, il risiko dei piazzali per le merci. Dalla demolizione dell’ex dogana nell’area del carbonile, tra le banchine 23 e 26, è possibile recuperare uno spazio fino a 5 mila metri quadri. “Quella è una incompiuta da 12 anni, di proprietà dello Stato, ma grazie all’interesse dell’agenzia delle dogane, entro l’anno sarà demolita per fare spazio ai container. E’ vero, abbiamo problemi oggettivi di mancanza di spazi, come tutti i porti, ma queste sono risposte reali” aggiunge Giampieri.
Terzo: la nuova darsena. Anche qui, sembra finalmente vedere la luce il secondo stralcio per il prolungamento di 273 metri della banchina Marche. “La fase dell’appalto è molto avanzata, il progetto è validato, siamo in attesa di consegnare i lavori. Ci vorranno 4 anni di opere, ma alla fine parliamo di 90 mila metri quadri in più di spazio per il porto commerciale” sottolinea Giampieri. Nuova darsena che si accompagna al dragaggio dei fondali. Finora è stata impiegata una soluzione “smart”, ma temporanea: è stato dragato solo un canale di accesso al porto. L’Ap è pronta a compiere l’intero dragaggio dei fondali fino a 14 metri di profondità. “Entro metà del prossimo anno saremo l’unico porto dell’Adriatico, insieme a Trieste, ad avere questi fondali, potremo accogliere porta container di dimensioni maggiori. Questo ci darà un elemento di competitività molto forte”. Resta da decidere il futuro dell’ex Fiera al Mandracchio. Il progetto in discussione è quello del nuovo centro direzionale del porto, dove riunire uffici e sedi delle autorità e delle istituzioni sparse nell’arco portuale. “I padiglioni andavano demoliti perché fatiscenti, il nuovo uso dell’area va discusso con il Comune, con cui c’è un rapporto costante. Ma è evidente che lì si dovrà prevedere il nuovo terminal passeggeri per avvicinarli alla città” spiega Giampieri. “Abbiamo voglia di crescere e l’impegno è quotidiano – conclude il presidente, lanciando un appello agli operatori a sostenere gli sforzi dell’Ap -. Essere promossi ad Autorità di sistema portuale del Medio Adriatico è stato un merito, Ancona è al centro di scenari molto importanti. Questo può solo fare bene a noi, agli altri porti e alla Regione Marche. Questo riconoscimento non è un peso, ma un valore forte da giocare”.
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