di Giampaolo Milzi
Il nuovo comandante atteso per settembre, in sostituzione di Massimo Fioranelli giunto al capolinea pensione, dovrebbe essere una sorta di super eroe per riuscire a risolvere il cronico ingorgo in cui sembra intrappolata la macchina della polizia municipale di Ancona (questi i tre candidati più quotati). Fantafumetti a parte, poteri e capacità particolari, se non speciali, ne dovrebbe avere. Un uomo forte, decisionista, autonomo nel coniugare una formula, “pensiero e azione”, che richiama prove battagliere. Di larghe vedute e competenze, nel senso di capace di saper soprattutto riorganizzare il corpo nel medio periodo, interagendo, in questa sua azione “rivoluzionaria” con gli altri settori amministrativi del Comune. Diplomazia ridotta al minimo, quel tanto di autoritarismo che ci vuole. Senza sbattere i tacchi ad ogni frequente e mutevole direttiva-diktat della sindaca Valeria Mancinelli. Così, in sostanza, la pensano due rappresentanti sindacali dei vigili urbani, Marco Gagliardi, responsabile regionale del Sulpl, l’organizzazione di categoria più rappresentativa, e Fabrizio Bevilacqua, della rsu Cisl. Nel mirino di entrambi, proprio il modo in cui è strutturata la polizia municipale. “L’attuale organizzazione del personale è obsoleta, non fondata sull’ottimizzazione dei ruoli, un problema grave di cui è responsabile il Comando. – dice schietto Gagliardi – Il nuovo comandante dovrà essere un dirigente vero, con piena e larga autonomia in un settore che del resto deve poter contare su un proprio budget”. “Al Comando occorre un grande, radicale cambiamento. – aggiunge Bevilacqua – Possibile davvero da un lato se portato avanti in sinergia con gli altri uffici dell’apparato municipale, per una integrazione e revisione delle competenze, dall’altro se il nuovo numero uno della municipale sarà messo nelle condizioni di realizzare una strategia di riforma e programmatica con un mandato se possibile quinquennale. Negli ultimi dieci anni Ancona ha visto quattro comandanti alla municipale, troppi perché le cose cambiassero coerentemente in meglio”. “Troppi e troppo diversi per curriculum e capacità, c’è da piangere a riflettere sul modo in cui sono stati scelti”, rincara la dose Gagliardi. Già, ma vaglielo a spiegare alla politica. L’anno prossimo a giugno ad Ancona ci sono le elezioni comunali. Bevilacqua: “Auspicabile ma difficile pensare a un mandato lungo, purtroppo e forse avremo un comandante di transizione”. Se poi la Mancinelli dovesse fare il bis… “Altri cinque anni di Mancinelli sindaco potrebbero significare il persistere dei gravi problemi e delle grandi difficoltà che abbiamo sempre avuto nel rapportarci con lei per affrontare qualsiasi problema”, denuncia Bevilacqua. Un paio di esempi? A parte l’irrisolta questione del blocco dei premi in busta paga, “siamo l’unico comparto i cui addetti non godono del riposo compensativo quando coprono i giorni festivi infrasettimanali”.
Quanto alle ”bizze” della Mancinelli, “che dire di fronte alla sua pretesa che il corpo rinunci a fare indagini di polizia giudiziaria (leggi l’articolo) – si domanda Gagliardi – Il sindaco non sa che esiste una sezione di PG per legge in procura della Repubblica che opera su input del magistrato? Non sa che quando un vigile, in servizio, incappa in una notizia di reato deve intervenire, approfondire e trasmetterla in procura, a meno di rischiare lui stesso sanzioni penali? Non sa che esiste uno specifico atto di Giunta, del 2013, che ricorda proprio ai vigili di fare il loro dovere di agenti di Pg?”. Interrogativi retorici condivisi da Bevilacqua, che con Gagliardi ci aiuta a sbrogliare l’intricato nodo della situazione di sotto-organico di cui soffre cronicamente il corpo. “Un corpo che quando 15 anni fa sono entrato in servizio contava 130 addetti, ora siamo 90, compresi gli 8 tra agenti e ufficiali appena ingaggiati (leggi l’articolo) e gli ulteriori 4 in arrivo quest’anno con la mobilità”, spiega Bevilacqua. “Intollerabile, assurdo inoltre il fatto che quasi la metà del personale stia in un ufficio. – aggiunge Gagliardi – Ancona in questo è una vera eccezione. Pensate che a Reggio Emilia, su 130 dipendenti, solo 30 non svolgono servizio su strada”.
Per il futuro, poi, è tutto da vedere. In sostanza dipenderà da quanto l’amministrazione comunale deciderà di spendere per nuove assunzioni. “Nuove assunzioni in pianta stabile, ecco, basta col ricorso alla mobilità di soggetti provenienti da altri Comuni, una scorciatoia precaria. – sottolinea Bevilacqua – L’ultimo concorso risale a 5 anni fa. Ed ora è urgentissimo. Non solo. Ne vanno riformate le modalità. Va introdotto un test psicologico-attitudinale, in modo che siano vagliate le competenze teoriche e pratiche, ad esempio la capacità di gestire una lite, una emergenza in strada che richieda grandi doti relazionali. Il mondo è cambiato, e le nostre mansioni sono cambiate e aumentate molto. Il concorso deve tener conto di queste specificità. Ebbene, pensate che ancora oggi ai concorsi non viene richiesto il possesso della patente per la guida della moto. Se il neo assunto vuole, la acquisisce poi a sue spese, un vero paradosso”. Tornando al nodo della pianta organica sottodimensionata, “tale concetto andrebbe sostituito con quello più flessibile, alla luce delle nuove normative, del fabbisogno”, puntualizzano sia Bevilacqua che Gagliardi. Il piano triennale per il personale del Comune, approvato dalla Giunta il 16 novembre 2016, prevede per la municipale che tra il 2018 e il 2019 si ingaggino altri 12 uomini tra agenti e ufficiali. Per fortuna il piano può essere rivisto ogni anno. E per fortuna il recente decreto “sicurezza urbana” del ministro Minniti sblocca i limiti al turn over, non pone più restrizioni ai Comuni per nuovo personale, consente di rimpiazzare i pensionamenti. Fino ad oggi tutti i dipendenti della municipale andati in pensione non sono mai stati sostituiti, nonostante si potesse farlo per il 25%. Entro la fine di quest’anno pensione per altri 5. Grazie alle novità del decreto sicurezza, l’amministrazione comunale, dal 1 luglio di quest’anno, può coprire il turn over fino al 70-75%. Arrivando al 100% nel 2019. Fantascienza che chi governerà Ancona recuperi i pensionamenti pre 2017. Ma si avvarrà della chance del decreto Minniti? E ancora, un punto di riferimento: la legge regionale quadro precedente a quella nuova (molto meno chiara l’ultima) sul fabbisogno di organico era precisa: 1 vigile per ogni 1000 abitanti, tradotto ad Ancona 101 vigili per 101.000 abitanti. E invece sono 90. Di più: Bevilacqua: “Il fabbisogno non dovrebbe tener conto dei residenti, ma anche dei pendolari, che con vari mezzi ad Ancona raggiungono quotidianamente almeno le 20mila unità”.
Poco personale, ancora più scarso quello in servizio su strada, mezzi (auto e moto) vecchi e insufficienti, carichi di lavoro sempre più pesanti, complicati, nuovi ed eterogenei. Ci vorrebbe davvero un nuovo comandante super eroe? O basterebbe una nuova politica del buon senso, coi piedi per terra, pardon, per strada?
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