La sospensione dalla scuola per i docenti senza green pass scatta al quinto giorno di assenza ingiustificata anche se non continuativa. Il provvedimento, con multa e stop allo stipendio, è stato notificato venerdì scorso a Roberta Salimbeni, la professoressa che insegna materia umanistiche alla scuola media ‘Gentile’ di Fabriano e che ha deciso, per il momento, di non vaccinarsi, né di sottoporsi al tampone ogni 48 ore. «Andavo a scuola ma non esibivo il certificato verde e queste sono considerate assenze ingiustificate dalla nuova normativa. Ma dal 1 settembre, data di rientro al lavoro per gli insegnanti, per diversi giorni ho partecipato anche a riunioni convocate online, ecco perchè la sospensione è stata formalizzata il 10 settembre» spiega la docente di Lettere che ha scritto nero su bianco quel che pensa del green pass in una lettera inviata ai colleghi e al dirigente scolastico.
«No, non sono una no-vax, ci tengo a precisarlo. – chiarisce subito – Ho soltanto dei dubbi e ho preferito in questo frangente scegliere, perché ci è data possibilità di scegliere. La mia ‘non scelta’ è collegata soprattutto alla paura e all’incertezza». Roberta Salimbeni racconta anche di essere già guarita dal Covid 19. «A gennaio scorso una classe che seguivo è andata in quarantena. Mi sono sottoposta anche io al tampone in corso di sintomi che ha però dato esito negativo.- ricorda – Poi grazie al test sierologico ho scoperto di avere gli anticorpi e quindi di aver contratto l’infezione. Ma sono già passati i mesi stabiliti dalla normativa e non avrei comunque diritto ad ottenere il green pass. Adesso sono interessata a suscitare un dibattito che possa indirizzare qualcuno verso un’idea buona per venire incontro a quegli insegnanti che devono fare il tampone a pagamento. Sarebbe già qualcosa se fosse gratuito per noi. Ritengo inoltre opportuno che vengano eseguiti tamponi a campione nelle classi. Se davvero si tiene alla salute di tutti, questa è una misura utile».
«Personalmente speravo di non arrivare a gestire situazioni di questo tipo, mi dispiace. Spero che torni a scuola. Ho applicato la normativa». riferisce all’agenzia Ansa Antonello Gaspari, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Fernanda Imondi Romagnoli di Fabriano, sotto la cui giurisdizione rientrano le medie ‘Gentile’. «È una insegnante molto valida. – prosegue il preside – Ha ritenuto opportuno portare avanti con coraggio questa battaglia, da obiettore di coscienza invece che fare i tamponi per poter lavorare. Una questione di principio». La prof Salimbeni non sembra nemmeno intenzionata ad adire le vie legali. «Mi hanno fatto una multa di 400 euro e mi sospendono la corresponsione dello stipendio. Economicamente non ho la forza di affrontare le spese legali. Certo non lo escludo ma in questo momento ammetto che mi peserebbe molto.- rimarca- Spero piuttosto in un ravvedimento da parte del governo».
L’emergenza sanitaria dichiarata a livello nazionale scadrà il prossimo 31 dicembre, salvo proroghe. «Prima o poi dovrò rientrare a scuola, probabilmente prima di quella data. – confida la docente – I genitori dei ragazzi si sono detti molto dispiaciuti della mia scelta e mi hanno invitato a ripensarci. Io stessa sono dispiaciuta per i miei studenti che in questo nuovo anno scolastico dovranno affrontare l’esame di terza media. Però il diritto alla libertà e alla non discriminazione viene prima di tutto». Per la scuola ora si apre il problema della supplenza senza la certezza delle durata. «Se decidessi di sottopormi a tampone potrei rientrare in qualsiasi momento in classe e chi accetterà di sostituirmi corre il rischio che la supplenza possa finire dopo pochi giorni. Questo è un problema che tutti i presidi italiani dovranno affrontare» sottolinea.
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