Vertenza Elica, in vista del tavolo convocato al Mise per il 28 settembre, il coordinamento sindacale unitario di Fim, Fiom e Uilm, ritiene al momento insufficienti le disponibilità espresse dall’azienda. «Adesso è il momento che le istituzioni dicano chiaramente quali sono gli strumenti promessi per sostenere il piano di reshoring. Riparte la mobilitazione. – esordiscono le sigle sindacali in una nota a firma congiunta – Con la fase dei tavoli tecnici, si è entrati in una discussione specifica sul prodotto, con l’idea di costruire un progetto alternativo a quello di Elica, mettendo al centro la produzione dell’alto di gamma, presente e futuro, in Italia con il reshoring di diversi modelli attualmente allocati in Polonia: un piano diverso che prevederebbe sviluppo, investimenti e prospettiva sul nostro territorio, con un’operazione che va ben oltre la gestione di un problema ma si pone un vero e proprio progetto di politica industriale. Questo è il nostro contributo alla ricerca delle soluzioni per i problemi dell’impresa, che forse in questi anni ha sbagliato alcune delle proprie scelte, sempre più di natura finanziaria e borsistica. La grande mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, contro il progetto di Elica ed a sostegno del piano alternativo, ha costituito un esempio di determinazione e correttezza, a fronte di azioni da parte dell’azienda che troppo spesso hanno creato problemi di tenuta sociale».
Le dichiarazioni di solidarietà da parte delle istituzioni sono state sicuramente importanti ma ora viene chiesto a tutti di fare un passo in avanti per concretizzare il progetto e risolvere la vertenza. «Adesso servono fatti concreti; abbiamo sentito sia il Mise che la Regione affermare che avrebbero messo in campo tutti gli strumenti a loro disposizione, a fronte di un progetto che tutelasse l’occupazione ed il territorio, anche in un’ottica di rilancio. – rimarca il Coordinamento unitario del Gruppo Elica – Ora abbiamo bisogno di sapere quali sono quegli strumenti in quanto le disponibilità di Elica esistono ma sono ancora molto insufficienti. Ad oggi ci sono ancora oltre 250 esuberi e l’insaturazione dei siti produttivi, è fondamentale uno sforzo ulteriore per provare a costruire un progetto condiviso, ad oggi, solo a parole. La convocazione del tavolo ministeriale avviene con grande ritardo rispetto ai tempi che ci si erano dati: ci auguriamo veramente che nel frattempo sia il Ministero che la Regione abbiano ben valutato gli strumenti da mettere a disposizione di un piano di reshoring vero richiesto dal Coordinamento; ci augiriamo che Elica, vista anche la sua storia istituzionale, sia stata in grado di individuare i giusti canali per mantenere le promesse fatte sia al tavolo che pubblicamente. In un momento così difficile, in cui riprende finalmente una difficilissima discussione, ripartirà anche la mobilitazione a sostegno delle nostre istanze, per il futuro di Elica in Italia».
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