di Emanuele Garofalo
Dopo la delusione dello scorso gennaio, quando Ancona era arrivata solo 69esima su 120 capoluoghi in gara, esclusa quindi dalle top 24 che hanno ricevuto i finanziamenti statali, il Comune può finalmente rifarsi e festeggiare. Approvato oggi dal Consiglio dei ministri il decreto che assegna la seconda tranche di fondi per le riqualificazioni delle periferie. Stavolta Ancona c’è e ci saranno 12 milioni per Archi e Palombella. Oggi l’approvazione del decreto del governo, salutato con favore dall’Anci, il prossimo 30 maggio l’incontro a Roma con Cassa Depositi e Prestiti per definire le modalità di accesso ai finanziamenti. Ecco allora i progetti presentati da Palazzo del Popolo. L’idea è dare un nuovo volto all’ingresso nord della città, in coerenza con il l’interramento del lungomare. A questo spunto, il Comune vuole agganciare il recupero dell’ex birra Dreher, il completamento dell’autostazione del Verrocchio, fino a riprendere il progetto “viale di luci” della giunta Sturani per gli Archi. L’ex Dreher lungo la Flaminia sarà bonificata e in parte demolita, al suo posto si prevede un parco collegato con il belvedere di Posatora. Per il Verrocchio si punta finalmente a concludere l’incompiuta storica: l’autostazione per le linee di bus extraurbani e come parcheggio scambiatore per auto. Tra le idee per la Palombella, ritorna il ponte di collegamento tra Posatora e Marina Dorica già disegnato dalla giunta Sturani.
Recuperato anche il progetto “viale di luci” per via Marconi: l’idea era di riqualificare le facciate dei palazzi degli Archi e il passaggio pedonale sul lato opposto di via Marconi, con nuovi alberi e nuovi marciapiedi. Stesso trattamento di restyling anche per piazza del Crocefisso, con un nuovo arredo urbano e la sistemazione del verde. Tra le proposte anche il recupero delle case ex Iacp di via Marchetti, in una specie di quartierino residenziale per giovani e artisti “in residenza”. L’idea è di ospitare artisti non anconetani, invitati a dare un loro contributo con le proprie opere mentre soggiornano ad Ancona. Più incerto il futuro dell’ex Angelini. Prima dovrà essere bonificato dall’amianto, poi l’ex palazzina dirigenti alle spalle della facciata storica sarà demolita. Il Comune potrebbe venderne i diritti edificatori: la cubatura demolita, potrebbe essere acquistata dai privati e ricostruita in altri quartieri della città, purché senza consumo di nuovo territorio. Della Angelini resterà invece il palazzo storico affacciato su via Flaminia, vincolato dalla Soprintendenza come esempio di archeologia industriale. È di proprietà del Comune, ma è compreso nel piano delle alienazioni, può andare all’asta con una variante urbanistica. Cosa farne? Escluse le residenze, perché in area frana.
L’approvazione dei finanziamenti da parte del Consiglio dei ministri è stato salutato con favore dal presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi. “Rendiamo le città più vivibili senza consumare altro territorio” ha commentato. “Recuperare le periferie, rendere le città più vivibili ed a misura di cittadini, manutenere e riqualificare le strutture pubbliche, evitare di consumare altro territorio, sono obiettivi che l’Anci ha sempre messo in cima alle priorità – ha aggiunto il presidente di Anci Marche – e va riconosciuto al governo, dopo lo sblocco del patto di stabilità, di aver fatto un ulteriore passo a sostegno della ripresa economica e della cura delle città”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati