di Marina Verdenelli
«L’otite non va curata con l’antibiotico ma se entro le 72 ore il paziente non migliora questo va somministrato. Nell’attesa vigile basta un analgesico, il classico paracetamolo». A spiegarlo è Luigi Turinese, medico chirurgo, esperto in omeopatia (membro della Siomi, la società italiana di omeopatia e medicina integrata) e con ambulatorio anche ad Ancona. Dopo il caso del bambino di 7 anni, ricoverato in coma al Salesi, per una otite curata con l’omeopatia per quindici giorni (leggi l’articolo), Cronache Ancona lo ha interpellato per avere un quadro sulle terapie alternative ai farmaci tradizionali e capire fino a che punto possano essere utilizzati al loro posto e quando non si può fare a meno di un antibiotico. «Le cure omeopatiche devono sempre essere consigliate da un medico – spiega Turinese – che può indicare quando devono essere sospese per fare spazio ai farmaci convenzionali. Nel caso di una otite le linee guida a cui tutti i medici fanno riferimento, seguendo l’EBM, evidence-based-medicine, la medicina basata sulle evidenze, non prevedono la somministrazione di antibiotici nelle prime 72 ore a meno che il paziente abbia meno di due anni, sia affetto da altre patologie che indeboliscono il suo stato di salute o abbia un riscontro bilaterale della patologia, vale a dire su entrambe le orecchie. Se non sussistono queste condizioni può essere curata con un semplice analgesico o antinfiammatorio come il classico paracetamolo (la tachipirina, ndr) o anche con le sole cure omeopatiche purché consigliate dal medico. Se il problema non passa allora si deve prendere l’antibiotico. Questo lo sanno tutti i medici». Turinese spiega come queste linee guida riguardano anche i pediatri che devono sottoporre il bambino ad una attesa vigile che dura 72 ore, tre giorni. «Oggi ci si affida in maniera sbagliata al web – continua il medico – dove si trova di tutto sulle cure alternative, anche quelle omeopatiche che nulla hanno a che vedere con le cure alternative. Ma non ci si può improvvisare medici di se stessi. Nel caso del bambino ricoverato, se i genitori lo hanno curato con l’omeopatia per due settimane, probabilmente è mancata la diagnosi o è mancato un buon medico che seguiva il paziente».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
E adesso sarebbe interessante vedere il solito tweet del solito scetticone cosa dice. Ammesso che legga tutto l’articolo e capisca quello che ha detto il buon Turinese su come si utilizza un corretto approccio omeopatico. Ma non credo sia così corretto, mi dicono…
NOn si scherza con la salute, soprattutto coi più piccoli: un medico omeopata competente ed onesto sa come gestire situazioni del genere rapidamente e senza conseguenze. Anche per questo sarebbe interessante sapere cosa è stato prescritto, anche perchè il più delle volte viene spacciata per Omeopatia ciò che non lo è affatto: ciò che conta è sbattere la notizia in prima pagina, senza accertare la realtà dei fatti. Eppure bisogna ringraziare certi giornalisti: ogni volta che latrano, i pazienti aumentano anzichè diminuire … Sia lode all’ignoranza ed alla malafede!
Segnaliamo questo ciarlatano alle autorità e facciamolo radiare dall’ordine. Ancora stiamo a parlare di rimedi nati nell’800?