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Caterpillar, Acquaroli: «Sconcertante
pronta lettera per Draghi»
Sindacati: «Lotteremo fino alla morte»

ANCONA – Il governatore ha annunciato l'invio di una comunicazione con governo e presidenti di Camera e Senato per portare la vertenza sui tavoli nazionali. «Un precedente inquietante che rischia di creare un dramma dal punto di vista sociale ed economico». Giovedì lavoratori a Roma: «La richiesta è bloccare la procedura di mobilità per permetterci di discutere senza quella spada di Damocle sulla testa che abbiamo, che è il 23 febbraio, quando l'azienda potrebbe mandare le lettere di licenziamento»

I lavoratori fuori dal palazzo Leopardi

di Martina Marinangeli

«La vicenda Caterpillar è sconcertante ed inaccettabile». Con queste parole il governatore Francesco Acquaroli commenta una delle vertenze più dure con cui si dovrà confrontare il tessuto industriale marchigiano: quella che prevede la chiusura della sede jesina della multinazionale che produce cilindri per macchine di movimentazione della terra. Una decisione unilaterale che rischia di lasciare senza lavoro oltre 260 persone, tra fissi, interinali ed indotto.

«Quello che è avvenuto venerdì scorso è un precedente che rischia di creare un dramma da un punto di vista sociale ed economico per il nostro territorio – prosegue Acquaroli, che questa mattina ha incontrato a Palazzo Leopardi una delegazione di sindacati e lavoratori, insieme all’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi ed ai capigruppo in Consiglio regionale –, e credo che debba essere subito portato sui tavoli del governo nazionale e delle istituzioni parlamentari. In quei tavoli, in quel contesto, bisogna subito arginare un’azione unilaterale fatta da una multinazionale che, dopo 94 anni, in due minuti vuole chiudere la storia di un territorio, senza preavviso e senza ragione, se non per il maggior profitto. È un precedente inquietante». Il governatore ha inoltre fatto sapere che «ci sarà una ricerca di un contatto con il responsabile locale dell’azienda.

Inoltre, il Consiglio regionale, per il tramite del presidente Dino Latini, manderà una lettera a nome di tutti i gruppi ai presidenti della Camera e del Senato, mentre io ho già pronta una lettera per il presidente del Consiglio e per il ministro perché questa vicenda deve andare subito sui tavoli nazionali». Tra i manifestanti questa mattina in presidio davanti alla Regione anche Donato Acampora, per il quale la doccia fredda del rischio licenziamento è arrivata proprio nel giorno del compleanno: «venerdì sera mi avevano organizzato una festicciola. Sono andato, ma è stato difficile sorridere». Da 27 anni lavora alla Caterpillar, da quando ancora si chiamava Sima. Oggi, dalla direzione si sente tradito: «l’azienda è nostra, non dei manager che arrivano e stanno tre anni. La maglia Caterpillar la porto con fierezza. L’azienda ci distribuisce dei libricini che si chiamano “I nostri valori in azione”, in cui viene spiegato il lato etico e morale del fare impresa. Sincerità ed orgoglio noi l’abbiamo sempre messi, ora ci aspettiamo la stessa cosa dalla direzione». Per i prossimi giorni sono previste mobilitazioni, anche per le strade di Jesi, «con mogli, figli e cani: vogliamo far capire che non siamo numeri, ma persone che dietro hanno famiglie».

Il tavolo in Regione

La prima mobilitazione ci sarà giovedì, all’interno dello sciopero generale organizzato da Cgil e Uil: «abbiamo già quasi due pullman pieni per andare a Roma con i lavoratori della Caterpillar – fa sapere Tiziano Beldomenico, segretario Fiom Ancona –. Stiamo cercando di ottenere un intervento dal palco da parte di uno dei dipendenti. Vogliamo far conoscere alla pizza questo problema. Poi seguiranno altre iniziative. Tutti i gruppi consiliari hanno già parlato con i referenti nazionali. Dalla Regione partirà anche una richiesta di incontro al Mise, cosa che abbiamo già fatto a livello nazionale come Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm. Ci auguriamo tutti di poter ottenere un confronto al Mise prima di Natale con la presidenza della proprietà. La richiesta forte che faremo è bloccare la procedura di mobilità per permetterci di discutere senza quella spada di Damocle sulla testa che abbiamo, che è il 23 febbraio, quando l’azienda potrebbe mandare le lettere di licenziamento. Parliamo di un’azienda che ha 94 anni di storia a Jesi: cercheremo di coinvolgere tutta la cittadinanza jesina e di tutte le forze politiche. C’è già un libro che racconta la storia della Sima, non vogliamo che ce ne sia un altro sulla storia della Caterpillar».

Beldomenico ricorda che «c’è una legge in discussione in Parlamento contro le delocalizzazioni: non possiamo più farne a meno, abbiamo già dato». Per Luigi Imperiali, segretario Fim Cisl Ancona, è fondamentale «tenere alta l’attenzione su questa vertenza difficilissima: colpisce il nostro territorio, ma avrà una rilevanza nazionale perché, se passa il messaggio che una multinazionale, in qualsiasi momento, con bilanci in utile e profitti, può delocalizzare, è devastante non solo per le Marche, ma per l’intero tessuto industriale italiano». Sulla stessa lunghezza di pensiero Vincenzo Gentilucci segretario Uilm Ancona, che non ha dubbi: «lotteremo fino alla morte per cercare di lasciare aperta questa realtà. Dobbiamo trovare il sistema di mettere a riparo i salari dei lavoratori. Questa vertenza sta diventando la più importante a livello nazionale perché colpisce lavoratori di un’azienda che ha profitto, marginalità, professionalità e fa produzioni che molti ci invidiano nel mondo. È incomprensibile che si parta da una chiusura totale: alla Caterpillar dico che se ci sono delle problematiche, si accantoni la procedura di mobilità e non ci mettano con le spalle al muro, così che possiamo avviare un confronto. Gli accordi si raggiungono così».

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