«Inaccettabile e incomprensibile la chiusura dello stabilimento di Jesi a pochi giorni dal Natale». Anche la federazione Psi di Ancona stigmatizza la decisione della multinazionale di chiudere lo stabilimento Caterpillar di Jesi. «È inaccettabile che un’azienda sana, coni bilanci in utile, senza problemi di produttività e che attualmente lavora a pieno regime chiedendo straordinari ai lavoratori chiuda in questo modo, senza preavviso, lasciando a casa quasi 300 persone.- sottolinea Cristiano Candelaresi, segretario Psi provinciale di Ancona – È inaccetabile che una notizia di questo tipo venga data in questo modo, senza spiegazioni, a 300 lavoratrici e lavoratori a pochi giorni delle festività natalizie. È inaccettabile che la direzione dell’azienda pensi solo di poter chiudere uno stabilimento dove si guadagnano da vivere quasi 300 famiglie e allo stesso tempo distribuire ai lavoratori oposculi intitolati “I nostri valori in azione”, per aggiungere la beffa al danno. Quello che è successo a Jesi lo stiamo vedendo accadere già da troppo tempo: un classe imprenditoriale completamente de-responsabilizzata che insegue solo il profitto a corto termine senza più nessuna visione di futuro. Se la soluzione a ogni momento di crisi è delocalizzare gli stabilimenti dove il costo del lavoro è minore, questo paese non ha futuro». Nell’esprimere la massima solidarietà a tutte le lavoratrici e i lavoratori della Caterpillar di Jesi, il Psi della provincia di Ancona si rende disponibile «a qualunque iniziativa per rimediare a questa sciagurata situazione».
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