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Acquaroli: «Covid, una fase complicata
Difficile tracciare con contagi così elevati
Sui vaccini serve pazienza e comprensione»

IL PUNTO del governatore in vista della ripresa a pieno delle attività dopo le festività: «Rispetto allo scorso anno caratterizzato da forti restrizioni, quella che viviamo è una situazione molto diversa dove gli effetti della vaccinazione hanno ridotto sensibilmente i ricoveri nelle aree mediche e nelle terapie intensive»

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Francesco Acquaroli

 

«Rispetto allo scorso anno caratterizzato da forti restrizioni, quella che viviamo è una fase molto diversa dove gli effetti della vaccinazione hanno ridotto sensibilmente i ricoveri nelle aree mediche e nelle terapie intensive, seppure in un contesto ancora fortemente condizionato dall’elevato numero dei contagi. È una fase complicata perché completamente nuova rispetto a quelle che abbiamo affrontato fino a qualche mese fa».

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La fila di oggi al centro vaccinale di Civitanova per l’open day

Sono le parole del presidente della Regione Francesco Acquaroli, che fa il punto sulla situazione pandemica in vista del ritorno a pieno regime di tutte le attività dopo le festività. «L’impegno per il tracciamento, diventa molto difficile da sostenere in tempi rapidi con numeri così elevati – spiega il governatore – Isolare le persone e liberarle alla fine delle quarantene e delle positività è complesso perché in questa fase i numeri sono ovunque elevatissimi. Pensate che oggi abbiamo oltre 1800 positivi, e bisogna contattare ognuno di essi e poi tutti i loro contatti stretti chiedendo loro di isolarsi. È facilmente comprensibile che tutto questo diventa una mole molto impegnativa. Prioritaria è poi la campagna per la vaccinazione. Tra prime, seconde e terze dosi stiamo effettuando 18 mila somministrazioni giornaliere, la metà in più rispetto a quanto facevamo nella prima fase. Ma nonostante questo enorme sforzo, il fatto che ci sia stato richiesto di anticipare a quattro mesi i richiami della terza dose, unito alla scadenza del green pass al 1° febbraio, ha comportato che la stragrande maggioranza delle persone che avevano la seconda dose effettuata da più di quattro mesi debba oggi essere vaccinata entro questo mese di gennaio. In pochi giorni stiamo riallestendo centri vaccinali che possano essere adeguati allo scenario che ci è stato prospettato e che possano dare più stabilità alla campagna anche in futuro. Sta di fatto che numeri così elevati, in un tempo così ristretto, richiedono pazienza e comprensione da parte di tutti perché sicuramente disagi ce ne sono stati e potrebbero capitare anche in futuro. Come è capitato per il numero verde, a causa del numero elevatissimo di chiamate».

scuola-classeCapitolo scuole. «Venerdì – prosegue Acquaroli – c’è stata anche la riapertura delle scuole. In tanti ci hanno chiesto di posticiparla e l’argomento è stato anche oggetto di una discussione in Conferenza delle Regioni, con una richiesta di intervento di posticipo fatta al Governo centrale, perché le normative attuali impediscono espressamente, sia in zona gialla che in zona arancione, di prendere provvedimenti rispetto alla Dad. L’epilogo della vicenda è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Governo centrale ha ritenuto non prorogabile il rientro in classe per tutti e anche le conseguenze, in caso di studenti positivi, dovranno essere gestite da un sistema già fortemente stressato. Non dobbiamo mai dimenticare che il nostro impegno si esprime in un quadro di carenza atavica di personale sanitario in ogni settore, che è la conseguenza di scelte compiute in altri tempi. È lo stesso personale che si occupa delle vaccinazioni, di tamponi e tracciamento e delle Usca, proveniente dai reparti ordinari e sottratto quindi all’attività distrettuale dei dipartimenti di prevenzioni e alla gestione della rete territoriale e in parte ospedaliera. La classica coperta corta che per coprire una parte ne scopre necessariamente un’altra. È una fase complicata ma molto diversa rispetto allo scorso anno, perché almeno per ora le nostre strutture ospedaliere non sono convertite per la sola pandemia ma riescono, nella stragrande maggioranza, ad occuparsi anche delle altre patologie. E come non ringraziare, a due anni dall’inizio della pandemia, tutti gli operatori sanitari che instancabilmente e anche esausti si fanno carico di tutto questo».

In conclusione, secondo il governatore c’è un elemento che va letto positivamente: l’andamento del contagio nelle Marche. «Qualche settimana fa – sottolinea – prima delle Festività natalizie, la nostra regione aveva un tasso settimanale di incidenza di positivi ogni 100 mila abitanti tra i primi in Italia. Oggi abbiamo invece un tasso che ci vede nelle posizioni di coda in questa classifica nazionale. Per questo mi sento di ringraziare i cittadini marchigiani che hanno dimostrato buon senso e maturità, mettendo in campo quella prudenza che se non è riuscita ancora a piegare la curva dei contagi, difficile in questo contesto, ha almeno rallentato in maniera considerevole la sua crescita. I mesi di gennaio e di febbraio saranno presumibilmente complessi. Noi metteremo in campo tutte le forze, le idee e la maggiore organizzazione possibile, compatibilmente con le risorse disponibili – conclude – per essere all’altezza delle aspettative e delle esigenze della nostra comunità». 



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