di Claudia Baiocco*
Dovevamo uscire tutti migliori dalla pandemia. Così si diceva retoricamente durante la prima ondata pandemica del 2020 in cui eravamo tutti chiusi in casa e in cui si faceva la prima conta di malati e vittime.
Invece abbiamo scoperto con il tempo di essere ‘più furbi’ fregandocene delle persone fragili che vivono insieme a noi e attorno a noi.
Furbetti dei green pass falsi, comprati a colpi di poche decine di euro, e di gente che non ha nessuna fiducia nella scienza – perché la vita e la fortuna li ha esentati dal confrontarsi con una malattia grave – che cerca medici compiacenti per farsi rilasciare finte esenzioni al vaccino che certo si trovano sempre in nome del dio denaro.
Nessuna responsabilità verso il prossimo, verso chi ha patologie, verso chi è in là con l’età e che quindi è più esposto a questo maledetto virus. Migliaia di persone che non si fanno tracciare continuando a mettere in pericolo la vita di chi vi è accanto, anche di coloro che magari inconsapevolmente non sanno di avere una patologia grave. Nessuno si chiede come potrebbero essere gli ultimi giorni della persona a voi più cara in ospedale senza il conforto di un affetto, senza una mano a scaldargli l’anima, senza l’ultimo sguardo amorevole, senza poterli accompagnare verso la fine di questa vita terrena?
Un narcisismo e un egoismo esasperati privi di pietà, quella ‘pietas’ di cui parlava già Virgilio nell’Eneide vent’anni anni prima della nascita di Cristo, priva di umanità e che ci fa essere di gran lunga inferiori agli animali che, invece, sono dotati di senso del branco e che non dimenticano gli ultimi.
Quell’incapacità di immedesimarsi nella parte dei più vulnerabili e fregarsene del destino altrui credo sia disumano e inaccettabile in una società civile ed evoluta, in una civiltà fra le più antiche dell’intero pianeta, figlia di quella grande ’Scuola di Atene’ rappresentata magistralmente da Raffaello nel ‘500, il nostro più grande corregionale. E’ regressione mentale, è regressione culturale, è grande anaffettività, è mancanza assoluta di etica. Etica, morale: parole sconosciute ai più di questi tempi.
Provate, tutti voi furbetti di ogni specie, a immaginare cosa si prova a guardare la morte in faccia, anche per un solo secondo se ne siete capaci e poi diteci che cosa si prova. Ma forse non siete capaci di farlo perché questa orrenda società non vi ha allenato al pensiero, alla riflessione, alla responsabilità e alla solidarietà. Viviamo in un’era che è andata indietro di millenni e credo che su questo, soprattutto, dovremmo tutti porci delle domande e fare finalmente delle riflessioni veramente profonde.
*Malata oncologica, di Potenza Picena, attualmente portavoce del sindaco di Civitanova.
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