di Federica Serfilippi (foto di Giusy Marinelli)
Ieri l’interrogatorio davanti al giudice. Oggi quello con il pubblico ministero. E’ stato chiamato a chiarire alcuni punti dell’inchiesta che lo vede coinvolto Emanuele Luchetti, l’infermiere di 50 anni arrestato lunedì dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver fintamente vaccinato al centro Paolinelli di Ancona almeno una sessantina di persone (alcune non ancora identificate), ricevendo soldi in cambio (dai 300 ai 450 euro dice la procura).
L’operatore si è presentato in tribunale in tarda mattinata, scortato dalla Polizia Penitenziaria del carcere di Montacuto dove si trova da lunedì, e per circa un’ora e mezza ha risposto alle domande del pm Ruggiero Dicuonzo, affiancato dagli investigatori della Mobile. L’interrogatorio è stato chiesto dal magistrato alla luce delle dichiarazioni rese ieri da Luchetti al gip Carlo Masini, firmatario dell’ordinanza che lo ha portato in carcere per i reati di peculato, corruzione, istigazione alla corruzione e falso. Ieri, Luchetti aveva detto: «Sono pentito, mi rendo conto dei miei errori. Ma sono solo un anello della catena, non certo l’organizzatore».
Aveva anche sostenuto «di aver ceduto a delle pressioni» anche per motivi di natura economica e di aver subito un «blackout». Affermazioni da confessione, dunque, a cui oggi ha fatto seguito la volontà dell’infermiere di voler collaborare con la procura per fare chiarezza sui fatti e sui punti ancora in penombra della vicenda.
Oltre ai 50 destinatari delle misure cautelari (45 sono presunti clienti e 4 presunti intermediari) sarebbero indagate a piede libero una ventina di persone in qualche modo coinvolte nella vicenda delle vaccinazioni bluff. E’ certo che il periodo monitorato dalla Mobile va dal primo al 18 dicembre. Ma gli investigatori sono certi che altre presunte simulazioni possano essere avvenute il 23. A farlo intendere sarebbe un biglietto redatto dallo stesso Luchetti e intercettato dal medico Carlo Miglietta (si è finto complice dell’infermiere) sulle operazioni vaccinali intraprese all’antivigilia di Natale.
Dunque, potrebbero esserci altri clienti. E poi, il sospetto è che i bluff siano iniziati ancora prima dello scorso mese, tanto che – sollecitato dallo stesso Miglietta che chiedeva quando fosse partita la messinscena – Luchetti rispondeva il 2 dicembre: «Non siamo partiti adesso in questo discorso qui». Ieri ha sostenuto l’interrogatorio anche il ristoratore civitanovese Daniele Mecozzi, indicato dalla procura come un presunto intermediario e relegato ai domiciliari: si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lunedì l’interrogatorio si terrà per un altro presunto procacciatore, l’avvocato Gabriele Galeazzi, anche lui ai domiciliari. Non ancora fissati quelli dell’imprenditore edile anconetano Stefano Galli e della banconista romena Daniela Maria Zeleniuschi: si trovano pure loro, in quanto presunti procacciatori, ai domiciliari.
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