L’Asur sospende dal servizio Emanuele Luchetti, l’infermiere 50enne arrestato lo scorso lunedì dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver falsamente vaccinato almeno una sessantina di utenti in cambio di soldi. Il provvedimento è stato preso dopo la notizia della maxi inchiesta e la misura cautelare che ha portato Luchetti in carcere. La sospensione è partita dal 10 gennaio, giorno dell’arresto, e prevede anche la privazione della retribuzione. Ma, come prevedono gli accordi del Ccnl, all’infermiere verrà corrisposto un indennizzo pari al 50% dello stipendio tabellare. L’Asur, inoltre, come si legge nel provvedimento, si riserva «di procedere all’attivazione del procedimento disciplinare teso ad accertare eventuali responsabilità disciplinari
connesse al procedimento penale sulla scorta delle notizie che saranno fornite dalla stessa Autorità Giudiziaria».
La sospensione, con il medesimo trattamento, è stata riservata a Maria Grazia Papponcini, dipendente Asur residente a Montemarciano. La donna è stata colpita dall’obbligo di dimora nel comune di residenza: per la procura rientrerebbe nel gruppo dei 45 clienti di Luchetti a cui non sarebbe stato inoculato il siero. Stando agli investigatori della Squadra Mobile, la 60enne – operatore tecnico dell’azienda sanitaria – avrebbe raggiunto l’hub vaccinale il 2 dicembre: non ci sarebbero prove, però, dell’avvenuto pagamento per il bluff contestato dagli inquirenti. Non sarebbe stata veicolata, inoltre, da nessuno dei quattro presunti intermediari, finiti ai domiciliari. La sospensione, così come per Luchetti, è a decorrere dal 10 gennaio, giorno della notifica delle misure cautelari, e «varrà per tutta la durata dello stato restrittivo della libertà, salvo rettifica della decorrenza con successivo provvedimento».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati