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Il grande elettore Mangialardi:
«No a Berlusconi Capo dello Stato»

NUOVO PRESIDENTE - Il capogruppo Dem contrario all'ipotesi dell'ex premier al Quirinale: «Lontanissimo dalle attitudini richieste. Che il centrodestra si stia adoperando per concretizzare questa ipotesi è un fatto che preoccupa molti cittadini»

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Maurizio Mangialardi, capogruppo in Regione del Pd

 

«No a Berlusconi presidente della Repubblica, serve un garante del futuro delle nuove elezioni», a dirlo il capogruppo dem, designato dal Consiglio regionale “grande elettore”, Maurizio Mangialardi.

«Durante la direzione nazionale di ieri, il segretario Letta è stato molto chiaro e mi sembra abbia ben delineato il profilo del nuovo presidente della Repubblica su cui le forze politiche dovrebbero concentrarsi al fine di consentire all’Italia di mantenere la credibilità internazionale guadagnata nel corso degli ultimi due anni e, soprattutto, per garantire al Paese una guida autorevole verso l’uscita dall’emergenza sanitaria, di cui la vigilanza sulla corretta programmazione delle risorse conquistate dal governo giallo-rosso 2020 rappresenta l’elemento essenziale. Insomma, ciò che serve è un vero e proprio garante del futuro delle nuove generazioni».

Una figura che, continua Mangialardi «non può corrispondere a quella di Silvio Berlusconi, uomo politico ultra divisivo e radicalmente di parte, sia in Italia che in Europa, ma soprattutto lontanissimo dalle attitudini richieste alla figura del Capo dello Stato, come dimostra chiaramente la sua storia politica. Storia che Berlusconi, peraltro, non ha mai rinnegato. Piuttosto sorprende che oggi il suo nome riesca a compattare l’intero centrodestra, portando ancora una volta a identificarsi nella sua persona partiti come la Lega e Fratelli d’Italia. Fatto che la dice lunga sullo spessore e la qualità di leader come Matteo Salvini e Giorgia Meloni (che però, in effetti, di Berlusconi è stata anche ministra, sposando in pieno le sue politiche e avallandone perfino la discutibile condotta pubblica). Che il centrodestra – conclude il capogruppo dem – per un triviale sentimento di rivincita si stia adoperando attivamente per concretizzare questa ipotesi, ricercando consensi anche nel sottobosco dei bassi interessi personali presenti nel corposo gruppo misto, è un fatto che preoccupa molti cittadini. È quanto ho avuto modo di appurare in questi giorni, nei vari incontri che sto svolgendo al fine di raccogliere idee e riflessioni che mi impegno a portare in discussione nella delegazione parlamentare del Pd che deciderà la linea da tenere. Ma di una cosa possiamo essere certi fin da ora: il Partito Democratico sarà determinato a ricercare una soluzione per un profilo adeguato, in sintonia con gli interessi dell’Italia, come lo è stato fino a oggi il presidente Mattarella e, prima di lui, presidenti come Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi. Va da sé, dunque, che quella di Berlusconi è per noi una candidatura irricevibile».

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