Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’avvocato Gabriele Galeazzi, finito ai domiciliari una settimana fa con l’accusa di essere uno degli intermediari di Emanuele Luchetti, l’infermiere al centro Paolinelli di Ancona che avrebbe falsamente vaccinato una sessantina di persone in cambio di soldi. Galeazzi è arrivato questa mattina in tribunale per l’interrogatorio di garanzia, ma non ha aperto bocca davanti al gip Carlo Masini, firmatario dell’ordinanza cautelare che ha coinvolto, a vario titolo, 50 indagati. Da parte della difesa, rappresentata dagli avvocati Andrea Battilà e Riccardo Leonardi, non è stata fatta istanza per la modifica del provvedimento che restringe Galeazzi ai domiciliari. Non è escluso che i difensori possano ricorrere al Tribunale del Riesame. Galeazzi è stato l’unico dei presunti procacciatori a non subire alcun sequestro legato alle somme derivate dagli episodi corruttivi contestati dalla procura.
Non sono stati ancora fissati gli interrogatori di altri due presunti procacciatori: l’imprenditore edile Stefano Galli e la banconista Daniela Maria Zeleniuschi. Anche loro due sono ai domiciliari. Stessa misura per il ristoratore civitanovese Daniele Mecozzi, che ha già affrontato l’interrogatorio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Anche lui, stando all’accusa, sarebbe stato un canale per portare a Luchetti no vax in cerca – dice la procura – di una via illecita per ottenere il Green Pass. Sono in corso a scaglioni gli interrogatori delle 45 persone che avrebbero pagato per la simulazione del vaccino. A loro è stata notificata la misura cautelare dell’obbligo di dimora o di presentazione alla pg. Si tratta di persone della provincia di Ancona, della provincia di Macerata, ma anche residenti fuori regione. La misura cautelare più pesante è stata inflitta all’infermiere Luchetti: da una settimana si trova recluso a Montacuto.
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