«Un accordo innovativo a livello nazionale per il quale ringrazio i sindacati dei medici che lo hanno formulato e concordato con una grande senso di cooperazione a tutela dei medici di medicina assistenziale e della salute dei cittadini nei diversi territori». Ha definito così l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini l’accordo approvato ieri dalla giunta regionale, con i medici di medicina generale per le misure straordinarie per garantire la continuità assistenziale e presentato oggi alla presenza di Nadia Stori, direttore Generale Asur Marche, Massimo Magi, segretario regionale Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale) e Fabrizio Valeri, segretario regionale Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani).
«Si tratta – spiega la Regione – di un provvedimento atteso da tempo dai medici di continuità assistenziale per risolvere le problematiche di carenza di personale e di copertura delle sedi. L’accordo prevede un incremento della quota oraria pari a 6,61 euro rispetto ai 23,39 del compenso base, arrivando a 30 euro l’ora in caso di copertura di una sede scoperta. E’ prevista anche la possibilità di coprire più sedi scoperte arrivando ad una remunerazione complessiva di 40 euro l’ora con un incremento di 16,61 euro sul compenso base. L’incremento rappresenta una remunerazione delle attività aggiuntive legate all’ampliamento degli ambiti e verrà fatta una rendicontazione da parte dell’Asur. Prevista inoltre la sperimentazione a livello di Area vasta di un modello di rete hub/spoke con sedi principali in raccordo e a servizio di sedi secondarie per garantire assistenza a tutti seguendo l’orientamento del nuovo Accordo collettivo nazionale che è in corso di firma. Accordo che prevedrà una maggiore flessibilità con integrazione con la Medicina generale e con l’Emergenza-urgenza 118 per ottimizzare le risorse e migliorare il servizio».
Vengono fornite anche indicazioni per la possibilità di remunerare i vaccini anti Covid eseguiti dai medici della continuità assistenziale nelle stesse modalità garantite ai medici di medicina generale (6,16 euro più percentuale di integrazione contributiva). Ora si avvierà un percorso di accordi aziendali in ciascuna Area Vasta per attuare le disposizioni contenute nell’accordo in base alle carenze che ogni territorio registra.
I rappresentanti sindacali hanno espresso la loro soddisfazione. «Un accordo avanzato a livello nazionale – ha detto Magi – nell’ottica di una medicina di prossimità, liberando risorse anche in favore della diagnostica nei distretti. Si tratta di un modello sperimentale e come tale è una scommessa, ma un modello progredito che prevede un modulo di continuità assistenziale basato sulle esigenze specifiche delle zone territoriali. Insomma, un ponte verso il futuro della medicina territoriale che non riduce risorse ma le organizza rafforzando dove c’è più biosgno».
Anche Valeri lo ha definito «un accordo importantissimo anche per coprire il servizio in alcuni territori dove mancava». Nadia Storti dopo aver ringraziato i medici di continuità assistenziale, spesso molto giovani che hanno dimostrato grande senso di responsabilità durante la crisi pandemica coprendo più sedi di continuità assistenziale per un compenso di 23 euro l’ora, ha spiegato come si è arrivati all’accordo: «Una scelta coraggiosa e ponderata – ha sottolineato – partendo dalle situazioni specifiche per analizzare i fabbisogni dei territori e arrivando a questo atto che rappresenta una risposta importante e anticipatoria di quello che potrà avvenire a livello nazionale».
«E’ un accordo – ha concluso Saltamartini – anche a tutela della dignità professionale dei medici e a garanzia della loro sicurezza. Insomma i corpi intermedi sono indispensabili nel raggiungere obiettivi e fanno la differenza quando non oppongono veti inutili ma una concreta volontà di costruire insieme, come dimostra questa operazione virtuosa».
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