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Inaugurato l’impianto di Ostra:
il biometano estratto dai rifiuti organici
riscalderà tremila abitazioni

ENERGIA - Il sito biogas di En Ergon del gruppo Astea a regime trasformerà 32.000 tonnellate annue di 'forsu' in 3 milioni di metricubi di metano da immettere nella rete Snam. E' il primo nelle Marche ma gli iter della burocrazia sono lunghi per insediarme di nuovi: «Per questo la procedura è durata almeno otto anni» sottolinea il dg di Astea spa Massimiliano Belli Riderelli

L’impianto di bio metano di En Ergon a Ostra

 

A regime trasformerà 32.000 tonnellate annue di rifiuti organici in 3 milioni di metricubi di metano che viene immesso nella rete Snam, quindi adatto a riscaldare e fornire energia a 3000 abitazioni. E’ l’impianto biogas della società En Ergon, controllata dal gruppo Astea, inaugurato questa mattina a Ostra.

Un momento della cerimonia di aiugurazione del nuovo impianto a biometano di ostra. Sul palco il sindacio di Osimo, Simone Pugnaloni

Si contano sulle dita di due mani, in questo momento, gli impianti in costruzione in Italia e nelle Marche ne sono previsti almeno cinque o sei che siano in grado di ricevere la forsu (frazione di rifiuti organici dei residenti) e quello del gruppo Astea è il primo. Un primato triste se si considera che soltanto nella provincia di Ancona la frazione dei rifiuti organici ammonta a circa 50.000 tonnellate annue. Attualmente sono smaltite fuori regione tra l’Emilia ed il Veneto con costi e impatto ambientale che sono contabilizzati in 622 tonnellate di Co2 che si ridurranno a 74 considerando la diminuzione dei trasporti da parte dei vettori.

L’impaino di bio metano a Ostra

 

L’impianto, progettato in ottica di sostenibilità ambientale è in linea con i principi di economia circolare, permetterà il trattamento dei rifiuti di origine biologica e la gestione anaerobica di Forsu (frazione organica di rifiuti solidi urbani, comunemente detta “umido” proveniente dalla raccolta differenziata), con produzione oltreché di biometano anche di compost misto per usi zootecnici e florovivaistici. «Quello di Ostra, oltre a costituire un modello virtuoso e all’avanguardia, in grado di rispondere agli stringenti bisogni delle nostre comunità locali, rappresenta un successo per l’economia circolare, dove il rifiuto prodotto in un’area genera energia verde per la stessa area che aveva prodotto il rifiuto. Un microcosmo locale perfettamente riproducibile in ampia scala in cui gli ecosistemi urbani e l’agricoltura del futuro prefigurano una società ed un’economia che da “carbon-emitting” diventa “carbon-absorbing” – spiega in una nota Massimiliano Riderelli Belli, direttore generale Astea Spa e amministratore della società En Ergon – senza contare le multiformi ricadute sociali ed occupazionali in grado di creare nuovi posti di lavoro».

Il pubblico stamattina alla iniaugurazione

 

La scommessa del biometano è ancora tutta da vincere perché gli iter della burocrazia sono lunghi. «Anche per quello di Ostra si è “nella norma” con una procedura che è durata almeno otto anni –conclude direttore Belli – dove la parte minore è riservata alla costruzione ed i tre quarti del tempo per progettazione e iter burocratico. Decisamente troppo tempo per una transizione ecologica che non può aspettare».

IL GRUPPO ASTEA nasce nel 2003, dalla fusione di due aziende marchigiane, la Ast Spa di Recanati e la Aspea Spa di Osimo, entrambe con una storia secolare. La composizione societaria vede il socio Centro Marche Acque, società interamente pubblica, ed il socio industriale Gpo, un consorzio di aziende scelto mediante gara ad evidenza pubblica e partecipato in maggioranza da Iren Spa. Il Gruppo Astea opera nella gestione del servizio idrico integrato, nella distribuzione gas, nella produzione e distribuzione di energia elettrica e di calore per teleriscaldamento, illuminazione pubblica, nonché nella gestione dei servizi ambientali ed il trattamento dei rifiuti urbani con un bacino di clienti situati tra le province di Ancona e Macerata. Il fatturato complessivo del Gruppo nel 2020 è stato superiore ai 43 milioni di Euro a fronte di oltre 24 milioni di investimenti, di cui 14, 5 milioni per la realizzazione dell’impianto di biometano in capo alla società del Gruppo En Ergon.

 

Biometano da rifiuti organici, impianto finanziato per 24 milioni

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