Le elezioni comunali di giugno, a Jesi, hanno fatto «da apripista a un nuovo modello nazionale: la sinistra si è presentata agli elettori con una coalizione ampia, condivisa e rappresentativa del territorio, uscita vincitrice dalla tornata elettorale. La lista composta dai Verdi e Movimento 5 Stelle ha superato il 5% ed è stata premiata per la sua attenzione ai temi ambientali e del territorio. Gli ecologisti sono tornati in consiglio dopo una lunga assenza determinando un nuovo sodalizio fra Verdi, Pentastellati e Sinistra Italiana» analizza in una nota Rossana Del Regno, co-portavoce di Europa Verde, Verdi Jesi e consigliere federale nazionale di Europa Verde – Verdi.
«Questo stesso sodalizio appare in questi giorni come apripista di un nuovo modello nazionale dal momento che si fa strada l’urgenza di un’unica lista alternativa con Europa Verde, Sinistra Italiana e Movimento 5 Stelle per costruire un progetto politico ambientalista, progressista e dei diritti.- prosegue la Del Regno – A seguito dell’alleanza Pd-Azione e +Europa che invocano come un mantra l’agenda Draghi, è ormai necessario costruire un soggetto politico-elettorale tra Europa Verde e le forze ecologiste e progressiste presenti nel panorama politico nazionale, a partire da Sinistra Italiana, ma includendo anche il Movimento 5 stelle e tutti coloro che hanno contrastato e contrastano il programma Draghi per costruire insieme a personalità del mondo sociale e ambientalista, una grande rappresentanza dei diritti e dell’ecologia autonoma e indipendente. Tenuto conto che i Europa Verde e Sinistra Italiana sono stati all’opposizione del Governo Draghi e delle sue proposte, soprattutto in campo ambientale, è naturale proporre una diversa base programmatica».
Una base programmatica che mette al centro emergenze – secondo la portavoce dei Verdi -«ormai non più rimandabili, come la realizzazione di un piano nazionale di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, l’attuazione di una reale transizione ecologica e digitale, l’affermazione di un’equità territoriale tra nord e sud del Paese, il riequilibrio sociale ed economico tra costa ed entroterra, il riconoscimento di un ruolo strategico del terzo settore tra i corpi intermedi della comunità italiana, la regolamentazione dei diritti di tutte le specie senzienti. La strada da intraprendere, visto il deficit programmatico del Pd, è quella di creare un grande terzo polo progressista, ecologista, dei diritti e della solidarietà, che crei una lista elettorale per competere alle elezioni politiche, con la confluenza di 5 stelle, Verdi, SI, liste civiche, esponenti dei movimenti, associazioni ambientaliste e del terzo settore. Mi attiverò per creare anche nelle Marche questa piattaforma proponendo questo modello anche per le elezioni amministrative di Ancona, città capoluogo di regione».
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