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Politiche, il programma del Pci:
«Rivoluzionare il presente,
costruire il futuro»

ANCONA - Il segretario regionale Ruggero Giacomini ha presentato i candidati ricordando che il simbolo della bandiera rossa con falce e martello comparirà sulle schede elettorali «in 8 regioni tra cui le Marche»

Un momento della conferenza stampa dei candidati alle Politiche del Pci in piazza Roma ad Ancona

 

Dopo molti anni, ritorna sulla scheda elettorale il simbolo del Partito Comunista Italiano. «E’ la novità di queste elezioni politiche, vera grande novità» spiega il segretario regionale del Pci delle Marche, Ruggero Giacomini, in lizza per la Camera nel plurinominale e nel collegio uninominale di Ascoli Piceno, che questa mattina ha presentato i candidati alla stampa ad Ancona. «Ciò si deve ai militanti del partito ed alle centinaia e centinaia di uomini e donne delle Marche che sotto ferragosto ai banchetti ci hanno messo la firma, per consentire questo importante passaggio democratico» ha sottolineato ricordando che gli elettori troveranno la bandiera rossa con falce e martello sovrapposta al tricolore con la scritta Pci sulle schede elettorali «in 8 regioni tra cui le Marche». «Abbiamo indicato come parole d’ordine nel nostro manifesto elettorale: rivoluzionare il presente, costruire il futuro – ha proseguito Giacomini – La crisi del sistema capitalistico in tutte le sue manifestazioni, dall’economia alle relazioni umane, è così profonda, che non si cura con pannicelli caldi, come nelle proposte dei vari schieramenti in campo. Occorrono cambiamenti radicali».

Al centro del programma c’è il tema del lavoro. «Vogliamo che il Lavoro sia effettivamente il fondamento della Repubblica, riacquisti diritti, sicurezza, dignità e rispetto. Più Stato e meno Mercato. – è il principio da seguire secondo il Pci – Lo Stato deve intervenire direttamente sulle questioni dell’economia, farsi imprenditore a sostegno dei lavoratori e del Paese, intervenire nelle situazioni di crisi, contrastare le delocalizzazioni, investire invece di continuare a finanziare a fondo perduto le aziende private. Ad esempio siamo per creare un’Azienda farmaceutica di Stato collegata alla ricerca. La cura della salute deve essere svincolata dall’obiettivo privatistico del massimo profitto, che spesso alimenta usi distorti ed anche abusi nel settore delle medicine».

Il Pci evidenzia anche di essere «contro ogni discriminazione legata al sesso, alla religione, alla provenienza nazionale, contro la violenza sulle donne e ogni forma di sessismo e di razzismo». Dice no «alla linea seguita dal Governo Draghi – e da tutte le forze che lo hanno sostenuto – sulla guerra in Ucraina, e che consiste nel fomentare la guerra inviando sempre nuove armi… incuranti dei pericoli di allargamento del conflitto, della possibile degenerazione in una guerra nucleare, che devasterebbe l’intera Europa». Il partito prende inoltre le distanze da Italia Sovrana e Popolare, che fa capo a Marco Rizzo: «stanno cercando di intercettare la galassia no vax e no green pass – ha fatto osservare Roberta Coletta, anche lei in corsa per la Camera -, noi siamo a favore dei vaccini, ma vogliamo più trasparenza nei contratti e pensiamo piuttosto al modello vaccinale di Cuba». Ma non c’è stata possibilità di alleanza neanche con Unione Popolare di Luigi De Magistris: «non siamo a favore dei partiti personali». L’appello finale al voto è rivolto anche ai molti indecisi se andare o no a votare. «Lavoriamo insieme per costruire un futuro degno: per i giovani, le donne, i lavoratori. Per questo chiediamo a tutti di tornare a votare, e di votare il simbolo del Partito Comunista Italiano».

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