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«Opere di prevenzione
bloccate dalla burocrazia:
cabina di regia per realizzarle»

ANCONA . E' la proposta che arriva dall'Ordine dei Geologi delle Marche dopo l'alluvione per non perdersi in formalità. Il presidente Farabollini: «Chiediamo l'istituzione di un tavolo permanente che riunisca anche autorità di bacino, Comuni interessati, Protezione civile, unioni montane e naturalmente la Regione»

 

«Dopo la tragedia che ha colpito la nostra regione lo scorso 15 settembre, è arrivato il momento di rimboccarci le maniche e lavorare fattivamente perché tutto questo non accada mai più. Come abbiamo già detto in precedenza, non possiamo evitare fenomeni estremi come gli oltre 400 millimetri di pioggia caduti in poche ore, quello che però è in nostro potere evitare è che i fiumi e i torrenti straripino in prossimità dei centri abitati» spiega Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche. «Gli interventi necessari per mettere in sicurezza il territorio li conosciamo molto bene, come Geologi delle Marche ribadiamo da anni la loro urgenza (anche dopo gli eventi del 2014 quando sempre a Senigallia il Misa uscì dagli argini provocando la morte di tre persone), non sempre ascoltati, il nostro auspicio è che questa sia la volta buona- continua Farabollini – Per questo pensiamo che sia giunto il momento di metterci tutti intorno a un tavolo e pianificare, stabilire una lista di priorità, sciogliere quei nodi che si sono creati a causa di una burocrazia asfissiante che hanno, ad esempio, bloccato le opere di messa in sicurezza di Senigallia».

Piero Farabollini

L’Ordine dei Geologi delle Marche chiede quindi «l’istituzione di un tavolo permanente che riunisca Ordine dei Geologi, autorità di bacino, comuni interessati, Protezione civile, unioni montane e naturalmente la regione Marche. Non perdiamoci in formalità, l’obiettivo dovrebbe essere quello di facilitare, limare eventuali differenze di vedute e rimanere costantemente aggiornati e allineati sullo svolgimento dei rispettivi compiti. Le leggi ci sono, i finanziamenti in molti casi sono già stati stanziati ma è necessario accendere un faro affinché questi progetti passino dalla carta alla realtà. Se vogliamo proteggere i cittadini delle Marche non possiamo indugiare oltre» chiude Farabollini.



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