di Alberto Bignami
La rabbia è tanta, e non si ferma.
Il fango dell’alluvione e dello straripamento dei fiumi Misa e Nevola che hanno ricoperto la zona del senigalliese questa mattina è arrivato, come promesso, fino a Palazzo Raffaello, sui muri e la scalinata della sede della Regione Marche.
«Sono centinaia e centinaia i ragazzi, i giovani, gli adolescenti che stanno partecipando e si stanno via via aggiungendo al corteo della manifestazione organizzata da Fridays for Future» ha detto Francesco Rubini, consigliere comunale e leader di Altra Idea di Città, che sta prendendo parte e sostiene la manifestazione, e che nei giorni scorsi è andato, insieme ad altri, come volontario per spalare la melma a Senigallia.
Il corteo, iniziato alle 9, si è poi mosso in direzione del Piano, piazza Ugo Bassi, dopo essere partito da via Tiziano, punto di incontro per i manifestanti provenienti da Ancona e provincia.
Si è quindi proseguito passando per il Provveditorato «dove c’è stato un momento di protesta – ha raccontato – per la richiesta della riapertura immediata delle scuole nelle zone alluvionate, contro l’ipotesi della Dad».
Un minuto di silenzio si è tenuto poi alla rotatoria di piazzale della Libertà «davanti alla galleria del Risorgimento – aggiunge – in ricordo delle vittime dell’alluvione».
La manifestazione è stata organizzata nella giornata di mercoledì da Fridays for Future, individuando come percorso quello di: via Tiziano, via Michelangelo Buonarroti, via XXV Aprile, piazzale della Libertà, via Martiri della Resistenza, piazzale Europa, via della Ricostruzione, piazza Ugo Bassi al grido di “Ci bloccano il futuro? Gli blocchiamo le città” ricordando come “Le ultime generazioni marchigiane sono cresciute a pane ed emergenza”.
I manifestanti hanno proseguito con cartelli e striscioni: “Noi sporchi di fango, voi sporchi di sangue”; “Non si può morire per maltempo”; “La crisi climatica è una pioggia di morte”; “Voglio piangere”.
Arrivati all’altezza di corso Carlo Alberto, angolo Cavalcavia della Ricostruzione, si è poi tenuto un sit-in che ha bloccato la strada, tanto che la viabilità è stata deviata in direzione delle Grazie.
«Come Legambiente e come Fridays for Future – ha detto Emiliano Stazio, Ufficio di presidenza Legambiente Marche (video) -, abbiamo scritto insieme i punti che servono all’Italia per la transizione ecologica e, come Fridays For Future, è stata scritta invece l’Agenda Climatica con tutte le basi che sono un buon modo per uscire dal fossile e dalla menzogna del nucleare. Continuiamo a chiedere un investimento sempre più pulito sulle rinnovabili, perché è l’unico modo per uscire da questo ricatto del gas fossile.»
Sulla manifestazione di oggi l’idea «era quella di far capire che noi siamo sporchi di fango – ha aggiunto -. Là ci siamo stati e volevamo portare il fango sotto la Regione. Il modo può essere condivisibile o meno. Non lo condivido appieno (riferendosi al lancio, dato che inizialmente si voleva utilizzare il fango per riprodurre le sagome a terra delle 11 vittime ndr) ma posso dire che comunque è stata una scena per far capire che noi eravamo sporchi di fango, e lo saremo pure oggi perché torneremo a pulire; e loro sporchi di sangue. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico infatti le Marche, nel 2019-2020, non hanno investito niente su questo e – ha concluso – una tragedia come quella avvenuta era soltanto purtroppo prevedibile».
(Aggiornato alle 14.34)
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