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Omicidio di Ilaria, la preside:
«Le bambine non erano a scuola,
ci siamo preoccupate fossero al sicuro»

OSIMO - Parla Rossana Catozzo, la dirigente dell'Istituto scolastico 'Fratelli Trillini' sotto la cui girisdizione ricadono l'asilo e la primaria frequentate dalle figlie della 41enne uccisa ieri mattina nella sua abitazione. «Con le maestre in lacrime ci siamo preoccupate della presenza in casa delle piccole in quei momenti. Adesso, quello che noi speriamo e auspichiamo è che tornino quanto prima in classe». La famiglia era già attenzionata dai Servizi sociali

L’abitazione dove è avvenuto il delitto

«Quando ho appreso la notizia del delitto di via Montefanese, verso mezzogiorno, mi sono preoccupata subito di sapere se le bambine, nostre alunne, stavano bene, soprattutto se erano al sicuro. Ieri mattina infatti erano entrambe assenti in classe. Nessuna delle due era andata a scuola, né la più piccola che frequenta l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, né la maggiore che è un’alunna della terza classe della primaria di Padiglione».

La preside Rossana Catozzo

E’ ancora sconvolta la professoressa Rosanna Catozzo, dirigente scolastica dell’Istituto Compressivo ‘Fratelli Trillini’ con i plessi scolastici dove sono iscritte le figlie di Ilaria Maiorano, la 41enne osimana trovata morta ieri mattina nella sua abitazione a Padiglione. Unico indagato il marito coetaneo, Tarik El Ghaddassi, da ieri sera in stato di fermo nel carcere di Montacuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Secondo quanto ricostruito finora, infatti, sembra che le bambine al momento della tragedia fossero nel cortile di casa.

Ilaria Maiorano

«Nel pomeriggio ho parlato con le maestre delle due sorelline ed erano tutte in lacrime- racconta ancora al telefono a Cronache Ancona la preside – Personalmente non conoscevo la loro mamma, il nostro istituto conta 1.300 alunni. Le maestre erano molto provate da quello che abbiamo potuto apprendere perché vedevano ogni giorno la madre, una persona riservata e discreta. Le due bambine sono molto dolci e affettuose. Nessuno poteva immaginare quello che è poi accaduto. Tutti abbiamo riflettuto e ci siamo preoccupate della presenza in casa delle piccole in quei momenti. Adesso, quello che noi speriamo e auspichiamo è che tornino presto nelle nostre scuole».

Anche oggi, però, le due sorelle non erano in classe. I Servizi sociali del Comune di Osimo a loro tutela hanno garantito che in questi giorni siano fossero accudite da persone di comprovata fiducia.

Tarik El Ghaddasi nell’auto dei carabinieri

La coppia era già attenzionata dai Servizi sociali del Comune di Osimo. A confermarlo è la vice sindaca Paola Andreoni. «La famiglia El Ghaddassi – Maiorano è conosciuto da diversi anni dalla rete dei Servizi socio sanitari del territorio e nella fattispecie dal Servizio Sociale del Comune di Osimo; ciò ha garantito un idoneo monitoraggio da parte dei Servizi del nucleo familiare ed ha permesso l’attivazione di tempestivi interventi socio-assistenziali pubblici e privati di supporto alla famiglia. – ricorda Andreoni che ha proprio la delega ai Servizi sociali – La coppia veniva sostenuta attraverso un percorso di sostegno alla genitorialità presso il Consultorio Familiare di Osimo. Il nucleo familiare è stato inoltre nel tempo aiutato con interventi anche di natura economica a sostegno di utenze. Il Servizio sociale comunale – nello svolgimento della funzione di tutela minori – ha attivato nel tempo sia interventi di natura domiciliare sia interventi educativi presso Servizi per l’Infanzia ubicati nel territorio osimano».

(m. p. c.)

I carabinieri al casolare, sul luogo della tragedia (foto Domenico Cappella)

 

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